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Atletica, Tamberi rilancia: “Non sarò mai appagato. Non sento papà da un pezzo, non so se mi ha scritto”

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Adrenalina ancora alle stelle per Gianmarco Tamberi all’indomani della splendida vittoria nella finale del salto in alto ai Campionati Mondiali 2023 di atletica leggera in quel di Budapest. Gimbo ha trionfato con 2.36 al primo tentativo, completando il Grande Slam ed entrando ulteriormente nell’elite dello sport italiano a tutto tondo.

Il tuffo nella riviera? Me l’hanno detto i fotografi, ma in realtà aspettavo che me lo chiedessero. Ero carico a palla, non vedevo l’ora di scendere in pista, ho preparato questo Mondiale in maniera maniacale, come faccio sempre quando indosso questa maglia. Sapevo di stare bene e di poter tirare fuori il meglio di me, volevo vincere e saltare 2.40, poi non è servito il tentativo a 2.40. Tanta roba, è bellissimo“, le parole alla RAI del marchigiano dopo la cerimonia di premiazione.

Sul cambio di allenatore:La vita ci pone tante volte dei bivi e le scelte sono la parte più difficile, bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni se pensiamo che siano quelle giuste. Avevo dei dubbi, mi sono guardato allo specchio, ho perseguito la mia decisione, Giulio e Michele sono stati decisivi, abbiamo creato un grande team. Ci ho pensato molto, era una scelta molto importante, non l’ho presa alla leggera e penso che sia la migliore“.

Atletica, la premiazione di Tamberi per l’oro ai Mondiali e l’Inno di Mameli – VIDEO

Portabandiera a Parigi? E chi rifiuterebbe. Sarebbe una cosa unica, poter portare la bandiera della nostra Nazione, sfilare con il tricolore, sarebbe un sogno. So che siamo pieni di talenti che hanno vinto tutto, non pretendo nulla, ma se arriverà sarò felicissimo. Se ho parlato con papà? Il cellulare è intasato di messaggi, non lo so ancora. Scorrerò i messaggi. E’ un pezzo che non mi ci sento con papà. Se faccio salto in alto e in questo modo è grazie a lui, quello che so di questo sport me l’ha insegnato lui e ora sto cercando di trovare quel salto. Sul rapporto personale non penso che ci sia bisogno di parlare davanti alle telecamere“, prosegue Tamberi ai microfoni della Rai.

La sensazione della vittoria alimenta ancora la voglia di vittoria e questo è il motivo per cui i grandi atleti continuano a vincere, anche quando il fisico magari non li supporta più. I miei avversari? Sanno che sono sopra di me per fisico e talento, sanno che in Diamond League e in altri meeting hanno un vantaggio, ma in questi contesti è diverso, non è la prima volta che in finale tiro fuori qualcosa in più, quando mi hanno visto con la metà barba hanno capito. Se ieri mi sono fatto la mezza barba è colpa/merito di Paltrinieri, che ieri mi ha scritto e mi ha detto di fare quello che pensavo potesse servire per vincere“, aggiunge l’azzurro.

Sui cambiamenti apportati rispetto al passato:Negli ultimi 365 giorni, da quando ho cambiato guida tecnica, ho modificato il modo di affrontare la parte tecnica. Sto cercando molto di più le mie sensazioni ed il salto che sento più congeniale a me. Probabilmente ci sono delle linee tecniche più corrette di altre, però poi ogni individuo ha bisogno del suo per metterci quel 100%. Cerco di essere più incisivo possibile fino allo stacco. Se piove mi adatto, l’anno scorso a Monaco diluviava in finale. Se piove però ad un meeting non mi stacco da terra, perché ho paura di farmi male. Non riesco a trovare le motivazioni“.

Foto: Lapresse

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