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ATP Toronto, Puppo loda Sinner: “È teatrale, sembra Undertaker e la gente lo ama. Potrebbe dare forfait per Cincinnati”

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TennisMania Speciale ATP Toronto, appuntamento quotidiano condotto da Dario Puppo sul canale YouTube di OA Sport, il giornalista di Eurosport ha commentato l’esito delle due semifinali del torneo canadese, dalle quali sono usciti vincitori Jannik Sinner e l’australiano Alex de Minaur, che si fronteggeranno questa sera nell’ultimo atto.

Un primo commento sulla semifinale vinta contro Paul: “Bravo. Devo dire che è stata molto intensa come partita. Come avevo detto ieri, mi sarei aspettato due set lottati, se fossero stati due. Me lo auguravo, perché una cosa fondamentale da dire subito è che per la partita di oggi, la finale con de Minaur alle 22 ora italiana, credo che sia abbastanza importante il fatto che abbia chiuso in due. Però la sensazione che io avuto è che non fossero stati alla fine due set in più di 2 ore, il 6-4 6-4 non dico che sia bugiardo ma a me è sembrato quasi un set unico lunghissimo, un long set, ma long long, perché non c’è stata una vera, come dire, divisione tra i due parziali, è continuato il modo di giocare o comunque la battaglia, proprio spalla contro spalla, di intensità, nonostante Sinner abbia avuto sicuramente un vantaggio dal punto di vista fisico era un po’ più fresco a mio modo di vedere. Ricordo, per chi magari non avesse visto la partita, c’è stato un break e controbreak iniziale con Sinner che è partito lui a servire, poi ha preso il break invece di vantaggio Sinner ed è stato subito recuperato da Tommy Paul. È un po’ stato il leitmotiv della partita, dei due set. È successa la stessa cosa, poi nel secondo parziale, con Sinner che è andato avanti e l’altro lo recuperava e ad un certo punto Sinner è andato a servire per il match, è stato breakkato e sembrava che potesse andare sul cinque pari Tommy Paul, invece Sinner, devo dire, ha avuto una grande capacità di giocare molto bene quei cinque-sei punti importanti, che hanno fatto la differenza“.

Alcuni scambi sono stati di altissimo livello: “Ce n’è stato uno, come forse quello di Miami con Alcaraz, altro scambio pazzesco, questo è stato di 46 tiri e non sono 46 scambi, sono 46 tiri in uno scambio, e a me ha impressionato come Jannik riesca ad essere diciamo teatrale o comunque a fare cose per lo spettacolo che mandano fuori di testa il pubblico, perché quando si è fermato dopo quella accelerazione dal centro del campo verso sinistra, con il dritto quindi inside in, diciamo, si è fermato come una statua. A me ha ricordato The Undertaker, personaggio della WWE, credo, o comunque del wrestling, non quello delle Olimpiadi, chiaramente, e gli vengono certe cose che fanno veramente impazzire chi guarda la partita da casa, ma anche chi era a Toronto. Tommy Paul ha chiamato a un certo punto l’intervento medico perché aveva giocato più di 8 ore e veniva da una battaglia molto impegnativa, anche se lui ha detto che il match dello scorso anno, perché ha battuto due volte di fila, a Toronto e a Montreal, nell’Open del Canada, Alcaraz, era stato più intenso quello del 2022, però quando poi ti confronti con il numero uno del mondo, e lo era quest’anno, l’anno scorso non aveva ancora vinto gli US Open, quindi nessuno Slam, aveva anche soltanto 19 anni Alcaraz, e Tommy Paul si è rivelato comunque un avversario ostico“.

Il cammino di Sinner non è stato poi così semplice: “I detrattori, che ci saranno sempre, adesso staranno un po’ più zitti, ma troveranno sempre qualche appiglio, ormai la maggior parte delle volte imbarazzante. Sinner negli ultimi due tornei ha fatto semifinale a Wimbledon ed è in finale al Masters 1000 di Toronto: ci può essere anche l’imprevedibilità, magari di un recupero fisico, però alla sua età, francamente, Sinner non dovrebbe avere problemi. L’unica cosa è il poco tempo a disposizione, perché quando giocherà in Canada saranno le quattro di pomeriggio dopo aver giocato due match di sessione serale, quella con Monfils, molto lunga, ma quello che volevo dire dei detrattori è che dicono che ha giocato solo tre partite, ha avuto c*lo. È il solito discorso: eh ma son capaci tutti a vincere tutte ste partite per andare in finale. Ha giocato contro tre dei giocatori dotati del dritto più incisivo del circuito, ovviamente c’è anche tra questi il carismatico Berrettini, in una partita che poteva essere complicata, perché era la prima ed era il primo derby dopo quattro-cinque settimane di pausa e dopo ti trovi a giocare il primo derby con Berrettini, che è in ripresa. Monfils, non c’è bisogno di ribadire il concetto: sul fatto del dritto l’ha spiegato anche molto bene, Jannik, sul discorso che non sapeva che palla arrivasse se un dritto fortissimo o se lo avesse magari rallentato. E poi lo stesso Tommy Paul di dritto sulla diagonale su quella diagonale non andava sotto con Alcaraz nella partita di venerdì. Ribadisco il concetto: secondo me è stato bravissimo mentalmente. Ha servito poche prime, questo non credo in generale sia un problema, è stato un qualcosa di contingente del match con Paul, il 46%, però effettivamente sono molto poche, però è stato efficace con la prima quando l’ha messa, e l’ha messa anche in momenti importanti, ad un certo punto nel primo set, aveva la maggior parte dei punti  fatti con la prima del servizio, quindi, e a rimbalzo è stato superiore al suo avversario. Direi che non ci sono grossi dubbi“.

Sulla partecipazione a Cincinnati: “Diciamo che avrà tempo per giocare fino a mercoledì sicuramente, visto che è in finale. Penso anche a de Minaur, che è a due finali, perché a Los Cabos ha perso da Tsitsipas e adesso c’è Sinner, per cui anche per lui questa potrebbe essere una questione“.

Sulla prima semifinale tra Fokina e de Minaur: “E’ stata una partita strana, e devo dire che un problema che potrebbe avere de Minaur, non dico di andare fuori palla, ma che comunque ha giocato una partita stramba e quindi dovrà essere molto bravo nel riscaldamento di oggi, nel trovare il feeling giusto, nel sentire bene la palla. Questo potrebbe essere un problema per de Minaur“.

Il possibile piano tattico di de Minaur contro Sinner: “Deve veramente fargli giocare tante volte il punto quando magari pensa Jannik di averlo chiuso. Però onestamente io non le vedo le armi. Cioè, la velocità di crociera è ben diversa tra i due. Sì, può provare ad appoggiarsi a quella velocità per magari sorprenderlo, ma è molto difficile. Parliamoci chiaro, se dovesse perdere oggi, se non ci fossero degli evidenti problemi fisici, come è successo con Medvedev a Miami, sarebbe un’enorme delusione. Perché se mi avessero chiesto: scegli tu un avversario per la finale della prima vittoria, facendo tutti gli scongiuri del caso, in un Masters 1000 per Sinner, tra quelli che comunque sono testa di serie in uno Slam o comunque di un certo tipo, visti soprattutto i confronti diretti, visto soprattutto come lo ha maltrattato alle Next Gen, anche se sono passati direi quasi quattro anni, era il 2019, però io avrei scelto de Minaur. Poi è vero che de Minaur ha fatto un salto di qualità, non aveva mai fatto un quarto di finale, né una semifinale né una finale a livello Masters 1000, quindi bisogna avere il massimo rispetto per l’australiano. Hanno giocato insieme in doppio proprio in questa settimana, si conoscono molto bene. Io vedo veramente molto favorito Jannik Sinner, a meno di un problema, ripeto, dal recupero della partita con Paul, però sono due set, anche se veramente tiratissimi. Spero non paghi troppo anche il nervosismo di inizio match, Sinner, come era successo, mi ricordo, a Miami, là era stato troppo addirittura. Vediamo, però io le armi non le vedo, sono sincero“.

Sul possibile forfait a Cincinnati: “Penso che potrebbe essere questa l’idea, anche perché il sorteggio non è stato proprio fantastico a Cincinnati rispetto invece a Toronto. Però sarebbe un peccato lasciare Cincinnati, magari a Cincinnati comunque ci vado, comunque dopo la prima partita vedo come sto, al massimo ho qualche acciacco, poi faccio sempre in tempo a rinunciare a quel match o a quelli dopo. Dipende, c’è tanto tempo, io non lo farei passare tutto quel tempo. Questo in caso di vittoria“.

Tornando sul match con Paul: “Ho visto le statistiche, ha fatto solo tre comparsate a rete. Tre apparizioni a rete sono un po’ pochine onestamente. Ha vinto tutte e tre i punti, però quando hai avversari che ti tengono un ritmo del genere, in qualche modo devi essere quasi tu a costringere loro a fare le variazioni, tu le fai se il tuo gioco non funziona, se comunque vinci le partite, diciamo che ci può stare continuare anche così. Non è stata una partita strabella onestamente quella di ieri sera, a parte alcuni punti molto tirati, in particolare quello del settimo game del secondo set, che era una palla break, secondo me ci sta. Lui non è lì per fare bel gioco, lo spettacolo tecnico, diciamo. Però più sale il livello, poi dovrà cercare anche di avere quelle opportunità e di sapere quando anche metterle in pratica queste queste variazioni. Sono abbastanza d’accordo, però se si sente centrato, ieri hanno fatto tutti e due un po’ troppi errori  gratuiti, poi anche lì chi tiene le statistiche bisogna sempre avere la lucidità per rendersi conto se c’è stato uno scambio prolungato, secondo me anche se uno tenta il vincente, non lo so se si può definire un errore gratuito dopo uno scambio lungo, per esempio, ci vorrebbe un metro un po’ più oggettivo in generale per far sì che le statistiche siano più corrispondenti alla realtà, in quella parte che deve essere più chi le segna ad avere la capacità di farlo bene, che non tener conto degli ace, che è una cosa piuttosto banale, semplice“.

Tornando sull’esito della semifinale Fokina-de Minaur: “Io sono rimasto sorpreso, però ha dichiarato Fokina che non ha funzionato niente nel giorno di ieri, a cominciare proprio da quando ha fatto riscaldamento, non si sentiva completamente a suo agio. Certo che fare 38 gratuiti su un 6-1 6-3, vuol dire che la partita gliel’hai completamente regalata. Fokina era, non dico disperato, ma era affranto, non c’è dubbio, anche perché ha giocato un gran torneo. Mi dispiace per lui, perché l’ho visto veramente bene, moralmente non sarà facile recuperare da questa sconfitta. Devo dire, ripeto, che è stata una partita talmente particolare, che poi qualunque giocatore che deve affrontare un match che non ha mai vissuto come emozioni, come quello che deve affrontare de Minaur contro un avversario che per lui è scomodissimo, perché diciamolo, Sinner è scomodissimo per de Minaur, non è facile, non è facile riuscire a trovare le sensazioni giuste e sentire la palla in un match così“.

Il pronostico sulla finale di questa sera: “Io penso che vinca in due set Sinner, se non fosse così sarei molto sorpreso: de Minaur è cresciuto sicuramente di condizione, però tendenzialmente, de Minaur, se si tratta di una partita di tennis contro Sinner, cambia campo. I precedenti, lo dicono, c’è stato un unico set vinto da de Minaur al tie break. Poi per carità, può succedere di tutto, se dovesse perdere Sinner sarebbe una delusione enorme, ripeto, senza discorsi di problemi fisici, tipo quelli con Medvedev a Miami. Poi il tennis è capace di sorprenderci sempre, però io sono qua per cercare di dirvi quello che non solo penso, ma quello che inevitabilmente bisogna dire per tutte le cose che uno conosce e ha a disposizione“.

L’azzurro comunque è apparso poco brillante: “Lui veniva da comunque 4 o 5 settimane, quelle che erano, di allenamento, non ha la brillantezza di quando sei in un periodo di gioco, di solito comunque i fenomeni, quindi parlo dei Big Three, ma anche di altri giocatori che comunque stanno lì nei primi dieci o comunque nei primi venti, fanno blocchi di tre settimane, poi uno si ferma, poi dipende dal calendario. Per esempio adesso due settimane di Masters 1000, ti fermi e hai due settimane, quindi dipende anche da come ti senti tu, anche da come sono le condizioni di gioco, però sì, lo vorrei vedere anch’io un po’ più brillante. Va detto che poi in quello scambio da 46 tiri, insomma, ha tirato quel dritto dal centro del campo pazzesco, e altri, in quello scambio sembrava Agassi onestamente“.

Le percentuali di vittoria di Sinner in finale: “Non meno del 70%. Io sarei anche più alto, però, ripeto, non so com’è la condizione di Jannik, e soprattutto ha avuto poco tempo per recuperare, onestamente, avrà poco tempo per recuperare. Speriamo che dorma bene e si alzi bene, senza nessun tipo di fastidio. A me viene in mente, facendo questo discorso, un’immagine che si è vista dopo la partita giocata con Monfils, quando lui fa il gesto al suo angolo perché era tardi ed era fondamentale che fossero limitati i tempi morti o sprecati, per mangiare anche. Loro lo sanno che se finisce un match a mezzanotte vai a dormire se ti va bene alle quattro con tutto quello che devi poi sbrigare, e ieri non sarà andato a dormire prima delle due, probabilmente. Quindi l’incognita è questa, e l’atteggiamento è quello giusto“.

I margini di miglioramento di Sinner: “Sento troppo spesso dire: due anni, ci vogliono due anni. Ma perché? Lui è già top five, lo è già. La Race cosa dice? La Race tiene conto solo dei risultati del 2023, della stagione, la classifica ATP tiene conto dei risultati dell’ultimo anno, delle ultime 52 settimane, dove lì potrebbe arrivare a sei del mondo vincendo il torneo a Toronto, ma è già numero quattro della Race dietro a tre giocatori come Alcaraz, Medvedev e Djokovic, quindi è già cinque. Sono d’accordo sul discorso che le potenzialità dobbiamo ancora pienamente scoprirle, perché in alcuni momenti a Wimbledon, ma soprattutto forse a Toronto con Berrettini nel secondo set in particolare, nel terzo set con Monfils, io l’ho visto servire come ci si aspetta che lui possa servire. Ribadisco il concetto: Sinner viene da un posto da cui non esiste che uno possa immaginare venga un tennista. Faceva dell’altro, a 13 anni e mezzo, andando da Piatti, ha cominciato a fare il tennista dedicandosi giorno per giorno a questo, gli altri erano già a fare competizioni a livello internazionale, giovanile, lui le ha proprio saltate, è andato a fare il Bonfiglio prima, ma praticamente non ha attività giovanile, quindi deve recuperare quel terreno che è fatto di maggior malizia e di abitudine comunque al ritmo dei tornei, al ritmo del calendario, al ritmo dell’impegno fisico, lui già che ha un fisico magari meno adatto e meno costruito rispetto ad altri, questo è un po’ il discorso, quindi le potenzialità vanno scoperte“.

L’INTERVISTA VIDEO A DARIO PUPPO

https://www.youtube.com/watch?v=AH-cWdzXG88&t=4s

Foto: LaPresse

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