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Basket, Flavio Tranquillo: “Italia atipica in attacco ai Mondiali, Procida ha qualità che non si imparano”
Siamo ormai giunti ai nastri di partenza del Mondiale di basket 2023. La 19a edizione della manifestazione iridata scatterà nella giornata del 25 agosto e si concluderà il 10 settembre. Un evento che ormai è diventato di portata globale con le sue 32 squadre iscritte e che, ovviamente, rappresenterà una tappa fondamentale verso i Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024. A breve distanza dal via ufficiale dei Mondiali siamo esattamente nel momento ideale per fare il punto della situazione sull’evento e sulla nazionale italiana con Flavio Tranquillo giornalista di Sky nonché commentatore tv della kermesse che si disputerà in Asia.
Flavio, tra pochi giorni prenderanno il via i Mondiali che si divideranno tra Filippine, Indonesia e Giappone. Iniziamo proprio da questo aspetto. Cosa ti aspetti dall’evento in sé?
“Sicuramente siamo di fronte ad una manifestazione che, essendo suddivisa in tre nazioni, sarà decisamente peculiare nella storia del basket, anche se come ben sappiamo l’Asia è già stata protagonista nella palla a spicchi a questi livelli, come nell’ultima edizione in Cina nel 2019. Non sappiamo ancora come sarà a livello logistico e vedremo se i Paesi ospitanti saranno all’altezza della situazione. Non ho dubbi che nelle Filippine l’entusiasmo sarà clamoroso e si annuncerà come l’evento sportivo della loro storia”.
L’Italia si prepara per il viaggio verso le Filippine dopo aver vinto il Torneo dell’Acropoli ad Atene. Che squadra si sta presentando all’evento?
“Intanto mi sembra che si tratti di una formazione con una identità ben precisa. Non è facile costruirla in una squadra di club, figuriamoci in una Nazionale. Come sempre in questi casi il tempo è poco e ce n’è limitato per lavorare. Il nostro è un gruppo che non si può certo dire cementato da 10 anni di esperienza insieme. È rinnovato ma, nonostante questo, si sta conoscendo passo dopo passo. Come detto dispone di una identità tecnica e generale e, aspetto non di poco conto, fa quello che ha in mente di essere e fare”.
Nelle ultime campagne europee e internazionali, l’Italia spesso ha stupito quando partiva sotto la luce dei riflettori. Questo aspetto da “underdog” potrebbe fare al caso nostro?
“Prima dell’avvio di un Mondiale non è mai facile fare previsioni o essere certi del percorso che sarà intrapreso. In una competizione simile tutto può variare in pochissimo tempo e, specialmente al momento della fase ad eliminazione diretta, tutto dipenderà dal sorteggio. Diciamo che, senza pensare che possano accadere cose clamorose, gli Azzurri potrebbero arrivare in maniera tutto sommato lineare fino ai quarti di finale. A quel punto, poi, tutto dipenderà dal caso. Se il tabellone proporrà, per fare un nome, gli Stati Uniti, cambierà tutto. Voglio sperare che, nel caso, dovessimo perdere contro di loro per 6 punti o similari, non si vada a parlare di cammino deludente per la nostra formazione”.
Torniamo a monte, ovvero al girone che vedrà impegnata la nostra compagine. Angola, i padroni di casa delle Filippine e Repubblica Domenicana. Come andranno affrontati questi 3 impegni?
“Oggettivamente l’Italia parte come stra-favorita in questo raggruppamento e proprio per questo motivo dovrà alzare particolarmente le antenne. Sottovalutare gli impegni potrebbe costare a carissimo prezzo. Un errore, a questi livelli, non si recupera facilmente. Essendo però i chiari capofila del girone gli azzurri dovranno essere bravi in due cose. Non entrare mai in campo pensando ‘…tanto la vinco comunque’, oppure dare il 100% in ogni momento. Gestire le forze mentali e fisiche sarà fondamentale per non avere strascichi nel medio-lungo termine”.
Al timone degli azzurri ci sarà Gianmarco Pozzecco. A tuo parere quali saranno i primi due imperativi che proverà a inculcare ai giocatori?
“Da osservatore esterno, e non certo all’interno del gruppo, mi sembra che ci sia particolare attenzione ad avere una formazione atipica in fase offensiva. Una squadra che non ha un modo solo per attaccare, e ne fa il proprio credo. Di pari passo, sul lato difensivo, invece, c’è una ‘tipicità’ quando non si avrà il pallone, che potrebbe davvero fare la differenza, come si è visto nelle amichevoli disputate. In secondo luogo, invece, dovrà essere bravo a regalare i giusti momenti di equilibrio psico-fisico al gruppo. Mi spiego. Gestire nel migliore dei modi i momenti di down. Quello sarà fondamentale”.
Da quali giocatori ti aspetti qualcosa in più?
“Il gruppo azzurro vede alcuni ‘senatori’ importanti e altri elementi che hanno nelle mani punti e giocate che vanno fuori dagli schemi. La rotazione è ampia ma, come sempre in questi casi, sarà fondamentale decidere a chi affidarsi nei momenti clou. Il primo nome che può venire in mente è, ovviamente, quello di Simone Fontecchio che, dopo quanto avvenuto contro la Francia agli Europei, vorrà rifarsi. Io, però, voglio sottolineare un altro nome, quello di Gabriele Procida. Non tanto per quello di buono che sta mettendo in mostra in queste amichevoli, quanto perché ha in faretra tante cose che non si insegnano. O le hai, o non le hai. Lui ne è ben fornito e potrebbe davvero pagare dividendi in questo Mondiale, confidando che trovi la giusta continuità”.
Passiamo ad analizzare le rivali. Ovviamente, come ogni manifestazione internazionale che si rispetti, gli Stati Uniti sono gli ovvi favoriti.
“Ho grande curiosità su quella squadra, specialmente pensando allo staff tecnico. In panchina ci sarà Steve Kerr che è ovviamente una garanzia e, conoscendolo, vorrà fare vedere qualcosa di ben preciso dalla sua formazione nonostante il poco tempo a disposizione. Lui in primis sa che una nazionale non è una squadra di club e proprio per questo voglio capire come giocherà e come si comporterà la sua squadra in direzione Parigi 2024 quando, realisticamente, vedremo un roster di ben altro livello. Ricordiamo sempre che nel 2019 al timone degli USA c’erano lo stesso Kerr e Gregg Popovich, due tecnici straordinari, ma i risultati non sono stati certo indimenticabili”.
Tra le altre squadre, quali potranno rappresentare le sorprese di questo Mondiale?
“Sono molto intrigato dalla Lettonia, una squadra che ha vissuto un percorso di qualificazione davvero eccellente e ha, a mio parere, un potenziale incredibile. Per i baltici, però, il chilometraggio è ridotto e può rappresentare una notevole insidia. Altre squadre da non sottovalutare sono ovviamente Canada e Australia ma, entrambe, non sono esenti da rischi. Ovvio pensare che una tra queste due, Francia, Slovenia o Serbia, possa fare molto bene, ma non è mai scontato in una manifestazione simile. Puoi sempre incontrare una squadra come la sopra citata Lettonia, ma anche come l’Italia, che con una rotazione a 7 può fare saltare il banco in gara singola”.
Tra quelle che rischiano di più, invece, potremmo annoverare Francia e Grecia?
“I transalpini avranno alcune assenze pesanti (su tutte, ovviamente, Victor Wembanyama fresca prima scelta del Draft NBA, ndr) e potrebbero già essere concentrati in direzione delle Olimpiadi che giocheranno in casa. La Grecia, invece, senza Giannīs Antetokounmpo perderà il suo punto di riferimento. Ad ogni modo, i Mondiali sono una kermesse a sé stante. Arrivano un po’ in mezzo tra Olimpiadi e manifestazioni continentali, per cui non sono mai di semplice lettura per tanti motivi”.
Foto: LaPresse