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Boxe: Oleksandr Usyk difende il titolo dei massimi dall’assalto di Daniel Dubois

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A Wroclaw, in Polonia, Oleksandr Usyk tenta di dare un sorriso sportivo ulteriore all’Ucraina. Il Campione del Mondo dei pesi massimi WBA, IBF, WBO e IBO intende mantenere le mani sulle proprie cinture iridate, difendendole dall’assalto del britannico Daniel Dubois, sfidante designato in quota WBA. Le quote vedono nettamente favorito il detentore, che la cerimonia del peso ha posto a (sostanzialmente) 100 kg contro i 105,8 del suo rivale.

Per Usyk, nel corso dell’anno, erano spuntate trattative per combattere con Tyson Fury, e la prospettiva l’avrebbe certamente allettato, ma al momento la situazione lo vede nella necessità di dover sconfiggere un rivale comunque qualificato, da 19 vittorie e un’unica sconfitta contro Joe Joyce, quando non riuscì ad arrivare al titolo europeo perdendo anche diverse altre cinture (britannica e Commonwealth in testa). A 25 anni, “Triple D” sa di avere un’arma importante: il KO rapido, che ha molto spesso utilizzato e che è parte integrante del suo record di 19-1, visto che per 18 volte si è imposto (molto) prima del limite.

Nella conferenza stampa di presentazione il campione in carica ha dichiarato: “Mi sono preparato in maniera ottima, abbiamo lavorato molto anche con il nuoto e giocato a football, ballato. Sono grato al mio team, alla mia famiglia, a mia moglie, al mio Paese e ai soldati ucraini che lo difendono. La Polonia ci ha accolto in maniera meravigliosa, e io spero di regalare a questo Paese amico il mio successo“.

Ma non è il pugilato il solo pensiero di Usyk: “Ho vissuto tre mesi con i soldati. Da quest’esperienza sto ricevendo più motivazioni. Ricevo molti messaggi dai miei fan, ma anche dai miei amici in prima linea. A volte, parlando al telefono con loro, sento i bombardamenti, i missili che esplodono, poi dicono: ‘Fratello, ti richiamo se sono ancora vivo’. La maggior parte delle volte sono ancora vivi. Ho visto i miei nemici correre, con il binocolo, a 900 metri. Ho visto carri armati esplosi, case distrutte, persone senza gambe o braccia. E anche delle persone che camminavano, ma parevano morte. Tutto intorno a me puzzava di morte. Quello è il vero match, contro la morte. Il mio non è niente a confronto“.

Molto diplomatico Dubois nel rispondergli: “Sono pronto. Durante il training camp ho spinto al massimo, per questo ho sofferto. Mi sono preparato, non ho lasciato nulla di intentato e sono pronto a colpire duro il campione. Posso iniziare anche adesso“.

Ci sarà una lunghissima serie di combattimenti precedenti nel sottoclou e più in generale nell’undercard alla Tarczynski Arena. Tutto per arrivare attorno alle 11 in modo tale che le circa 45.000 persone stipate all’interno dell’impianto possano godere di un grande spettacolo, una specie di confronto generazionale fatto di 11 anni di differenza.

Foto: LaPresse

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