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Ciclismo
Ciclismo, capitani e seconde punte dell’Italia ai Mondiali. I possibili schemi tattici da attuare
L’Italia di Daniele Bennati non si presenta con i favori del pronostico ai Mondiali di ciclismo di scena a Glasgow il prossimo 6 agosto. Così come accaduto un anno fa in Belgio, gli azzurri dovranno cercare il modo per ritagliarsi un ruolo da protagonista in una gara che vede altri corridori come favoriti assoluti. Ma quale potrebbe essere l’assetto tricolore domenica? Proviamo a costruirlo insieme.
I possibili capitani azzurri possono essere Alberto Bettiol e Matteo Trentin. Entrambi hanno mostrato una condizione in crescita all’ultimo Tour de France, riuscendo anche ad inserirsi nella fuga giusta. Ci vorrà una buona dose di scaltrezza per rimanere con i migliori quando si decideranno i giochi per la maglia iridata ma non è detto che uno di loro, magari il vincitore del Fiandre 2019, possa provare a far saltare il banco con una sparata negli ultimi chilometri.
In seconda fila quattro uomini che possono rappresentare delle alternative di buon livello, semmai i due possibili capitani non riescano ad essere nelle condizioni migliori. Andrea Bagioli, Filippo Baroncini, Lorenzo Rota e Simone Velasco sono leggermente indietro nelle gerarchie, ma tutti loro hanno le possibilità per poter rientrare nella bagarre finale.
Per dire, l’uomo della Intermarché-Circus-Wanty lo scorso anno ha mancato un posto sul podio solo per inesperienza, mentre Bagioli e Baroncini sono profili interessanti per le corse di un giorno, ma ancora non emersi solo per sfortuna o per troppo gregariato. E poi c’è Velasco, campione italiano in carica; uno di loro potrebbe essere utilizzato per entrare nella fuga di giornata. E infine, Kristian Sbaragli e Daniel Oss potrebbero rappresentare i cosiddetti ‘portatori d’acqua’ per dare manforte.
Daniele Bennati non ha dunque capitani di spicco a questo Mondiale. Ma fu così anche lo scorso anno, quando con una tattica di gara accorta si arrivò a giocarsi una medaglia. E avere tanti uomini capaci di dire la propria, senza sapere chi marcare di preciso, può rappresentare un vantaggio. Bisognerà essere mentalmente elastici per poter capire su chi poter fare affidamento nei momenti caldi. Tanto, non sarà l’Italia a dover fare la corsa, e questo può venire incontro ai portacolori azzurri. Magari non favoriti, ma pronti a giocarsela.
Foto: LaPresse