Ciclismo

Sonny Colbrelli: “Il Belgio non è stato squadra. Ganna può vincere la crono, Vingegaard spalla alla Vuelta”

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Mathieu Van der Poel è il nuovo campione del mondo su strada, con un’impresa da vero fuoriclasse sbaragliando il gruppo ai meno 22,3 km dal traguardo. Il migliore tra gli italiani è stato Alberto Bettiol, decimo. A conclusione della prova iridata abbiamo raggiunto telefonicamente Sonny Colbrelli: “E’ stato un Mondiale molto bello da guardare, in tv è stato super appassionante e veloce. Da una parte peccato per la nostra Nazionale, ma ha vinto il grande favorito. Van der Poel è stato nettamente il più forte, lo dicevo già mesi fa e al Tour de France mi ha dato la conferma. Van der Poel al Tour ha tirato sempre per Philipsen, per mettere km nelle gambe e prepararsi al meglio per questo Mondiale. L’Italia ha corso da protagonista e l’azione di Bettiol è stato bella, ma è partito troppo presto. La nostra Nazionale non ha avuto paura, ci hanno provato e hanno fatto bene“.

Quindi secondo te Bettiol avrebbe potuto attendere ancora prima di attaccare?

“Secondo me sì, ha acceso lui la corsa. Poteva aspettare ancora un giro, ma da casa e dal divano è sempre facile parlare”. 

Però era l’unico modo per sorprendere i grandi favoriti… 

“Sicuramente. Corridori come Van der Poel, Van Aert e Pogacar hanno una marcia in più. Sono superiori a tutti. Noi abbiamo provato a fare la “fagianata”, come direbbe Magrini”. 

Contro questo Van der Poel era comunque impossibile vincere? 

“Ha nettamente una marcia in più, in 20 minuti ha rifilato a tutti 1’45”, aveva una progressione da paura”.

Il Belgio invece si è corso contro…

“Con il Belgio si sono viste due squadre: chi con Van Aert e chi con Evenepoel. Si sono corsi contro e questo è stato visibile a tutti. Non hanno corso da gruppo, come la nostra Nazionale. A noi Italiani ci manca un leader puro com’era Paolo Bettini”.

I prossimi due Mondiali saranno più duri. Pensi che l’Italia con Zana e Ciccone avrà buone carte per provarci?

“Sicuramente, ci saranno Ciccone, Zana, ma anche Bagioli. Spero poi che ci sia qualche giovane che possa crescere come per esempio Tiberi. Il sogno chiaramente è quello di riportare l’iride in Italia. Speriamo di avere un po’ più chance anche con lo stesso Bettiol, che anche stavolta ha corso davvero forte”. 

Secondo te Ganna può vincere la cronometro ai Mondiali? Van Aert ed Evenepoel come ci arriveranno? E Kueng sembra stare benissimo.

“Per me Ganna può vincerla. Van Aert può avere il dente avvelenato, però la corsa su strada è stata molto dispendiosa e bisogna vedere come ci arriva. Lo stesso vale per Remco che dovrà fare i conti anche a livello di testa dopo la prova al di sotto delle aspettative su strada”. 

Hai lasciato una traccia indelebile nei cuori degli appassionati. Tanti ti considerano l’ultimo grande campione italiano per le corse di un giorno: cosa significa per te?

“Per me significa molto, è importante. Chiaramente mi piacerebbe essere ancora lì a lottare con la Nazionale, visto che comunque il percorso del Mondiale era adatto alle mie caratteristiche”. 

Ti sei abituato alla tua nuova vita da ex-atleta? E di cosa ti occupi?

“Sì, pian piano. Il tempo guarisce tutte le ferite. Non è facile ma ci sto riuscendo. Oggi sono direttore sportivo con la mia squadra, la Bahrain-Victorious e sono immagine di aziende come Valsir, Alè, Rudy Project, Sidi e Merita Italia. Con quest’ultima ho realizzato le mie biciclette: le Merida Reacto, 71 pezzi proprio come il numero del dorsale che avevo alla Roubaix”.

Chi è il favorito per la Vuelta? 

“Direi Roglic, la Jumbo è fortissima. Vingegaard sarà, secondo me, una spalla per lo sloveno”.

Il Mondiale già alle spalle toglie importanza alle corse di settembre?

“Per tanti corridori sì, perché in molti facevano la Vuelta per preparare il Mondiale. Può togliere qualche velocista in più o uomo da classiche, ma per gli scalatori non cambierà niente”.

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