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Ciclismo su pista, hai Ganna e Milan? Non è detto che vinci. 2 argenti di fila un monito per il quartetto

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Di certezze nello sport ormai ce ne sono ben poche. Se, dopo Tokyo, ci si poteva aspettare un’Italia dominante nell’inseguimento a squadre, con gli avversari a guardare gli azzurri trionfare, non è andata proprio così e la dura realtà è un’altra.

Come dimostrato l’anno scorso a Saint-Quentin-en-Yvelines e con la conferma arrivata pochi minuti fa in quel di Glasgow: avere Filippo Ganna e Jonathan Milan, praticamente i due migliori interpreti dell’inseguimento individuale al mondo, non è certezza di vittoria. Garanzia di medaglia di sicuro, visto che i fenomeni azzurri hanno ben performato in entrambe queste edizioni dei Mondiali trascinando il quartetto tricolore all’argento, ma per vincere serve qualcosa in più.

Serve prima di tutto la squadra in generale: Francesco Lamon è una certezza e anche oggi, in finale, ha fatto il suo, migliorando ancora il tempo nel primo chilometro, ma è venuta a mancare la seconda pedina. Simone Consonni, come ammesso dallo stesso Marco Villa, non è in gran forma, Manlio Moro si è ben difeso ma deve compiere ancora il salto di qualità per arrivare al top.

Ed ecco che Gran Bretagna, prima, e Danimarca, poi, riescono a superare il quartetto azzurro. Se a questo aggiungiamo una preparazione non eccezionale per Milan (lungo stop dopo il Giro d’Italia) e Ganna (concentratissimo sulla prova a cronometro), ecco che vengono a mancare quegli incastri che portano alla vittoria. Per vincere serve il 100% e l’Italia molto probabilmente lo sta preparando per l’appuntamento più importante: le Olimpiadi di Parigi. 

Foto: By Cyrille LargillierOwn work, CC BY-SA 4.0, Link

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