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Gianmarco Tamberi, il coraggio di cambiare e la forza di vincere: l’addio al papà, il nuovo allenatore e la dedica…

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Gianmarco Tamberi

Gianmarco Tamberi ha avuto il coraggio di cambiare e ha avuto ragione. Al termine della passata stagione aveva deciso di lasciare il proprio allenatore, ovvero il padre Marco, ritenendo che non ci fosse più la giusta intesa per proseguire insieme l’attività. Una scelta drastica, un cambio di rotta preciso e mirato, che poteva destare qualche perplessità: chiudere il rapporto professionale con il proprio genitore, sotto la cui ala era stato fatto tutto il percorso fino alla vittoria alle Olimpiadi, è suonato quantomeno strano ma è stata una presa di posizione ponderata e studiata a lungo dal fuoriclasse marchigiano.

Il ribattezzato Gimbo ha creduto fin da subito di potersi presentare ai Mondiali nella miglior forma fisica possibile per inseguire l’unico trionfo che mancava al suo glorioso palmares. Il 31enne ha scelto Giulio Ciotti come nuovo tecnico, affiancato dal preparatore atletico Michele Palloni e dal fisioterapista Andrea Battista. Insieme a loro si è allenato alacremente, postando sui social i video del lavoro svolto in palestra. Faceva sorridere quando l’atleta scommetteva con il suo staff: se il Campione Olimpico raggiungeva determinati risultati prestazionali, Ciotti, Palloni e Battista dovevano prodigarsi con piegamenti e altri sforzi fisici per pagare pegno.

Uno stimolo misto a divertimento, che ha portato alla crescita agonistica di Tamberi, il quale non ha mai nascosto di volere ritrovare il salto dei suoi giorni migliori. Ieri sera lo ha effettivamente scovato, in linea con le magie viste ai Giochi e con il sontuoso record italiano di 2.38 siglato ormai sette anni fa nella notte di Montecarlo poi tramutatisi in tragedia visto l’infortunio che gli impedì di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016. Gianmarco ha avuto ragione anche questa volta, l’ennesima in una carriera leggendaria: ogni sua presa di posizione ha prodotto i risultati sperati, la sua testardaggine lo ha probabilmente reso ancora più forte dopo il crac nel Principato.

Aveva lasciato il padre e il rapporto non era dei migliori, ma ieri sera, nel marasma della festa a Budapest, Gimbo si è reso protagonista di uno splendido gesto: ha dedicato la medaglia proprio a papà Marco. E ha aggiunto: “Non ci parlo da un po’ “. Che questo trionfo sia anche il modo migliore per riavvicinarsi. Questo è il sigillo della forza morale e carismatica del 31enne e di un gruppo più unito che mai, come ha sottolineato Palloni in una battuta alla Gazzetta dello Sport: “Oggi ha vinto un gruppo, il motto era together to get there“. Ciotti ha poi aggiunto: “Noi lo sapevamo che avrebbe vinto, siamo di fronte al più grande atleta italiano di tutti i tempi“.

Foto: Lapresse

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