Atletica
Pagelle Mondiali atletica: la nuova dimensione di Fabbri. Jacobs ci ha messo la faccia, Stano non pervenuto
PAGELLE MONDIALI ATLETICA 2023 OGGI
Sabato 19 agosto
Lorenzo Fortunato, 6: la prestazione, in termini cronometrici, non è da buttare. Il piazzamento a ridosso della top10 non può però soddisfare un ragazzo che si sentiva pronto per spiccare definitivamente il volo. C’è ancora molto lavoro da fare per ambire alle medaglie, ma anche poco meno di un anno di tempo prima delle Olimpiadi di Parigi 2024. Teniamolo in grande considerazione.
Andrea Cosi, 5,5: un ragazzo giovane, interessante, ma ancora decisamente acerbo a questi livelli. Una buona esperienza, si è reso conto di quanta strada debba ancora fare per scalare le gerarchie internazionali.
Massimo Stano, 4: era partito, per sua stessa ammissione, per vincere l’oro. Non è mai stato in lizza nemmeno per salire sul podio, prima di ritirarsi al 15° km. In questa stagione il miglior Stano non si è mai visto: i problemi al gluteo delle scorse settimane potrebbero aver inciso negativamente. Ora punterà sulla 35 km, distanza non olimpica, dunque con minore concorrenza.
4×400 mista, 5: non che le aspettative fossero esagerate in questa gara, ma ci si aspettava qualcosa in più dagli azzurri, mai veramente in corsa per la finale. Pesano assenze, defezioni ed infortuni. L’aver affrontato la gara senza le proprie scarpe, a causa della perdita dei bagagli in aeroporto, può aver inciso. Una staffetta compromessa in avvio dalla brutta frazione di Lorenzo Benati (voto 4), mentre si sono disimpegnati meglio Ayomide Folorunso, Riccardo Meli e Alice Mangione.
Ala e Osama Zoghlami, 5: involuti i due gemelli, fuori dalla finale dei 3000 siepi, traguardo non impossibile alla vigilia.
Larissa Iapichino, 6,5: non arriva la qualificazione diretta (sarebbe servito un 6,80), ma il 6,73 basta e avanza per timbrare l’accesso alla finale del salto in lungo. Sarà una delle gare più incerte di tutto il Mondiale, con almeno sei atlete in grado di vincere. Servirà avvicinare o migliorare il personale.
Gaia Sabbatini, 6,5: brillante, approccia la batteria con personalità, denotando una buona condizione ed anche tangibili miglioramenti dal punto di vista tattico. Sognare la finale dei 1500 metri non è un’utopia, anche se resta un obiettivo arduo.
Sintayehu Vissa, 6: davvero sfortunata, il primato personale non le basta per superare il turno. Viene eliminata nonostante il settimo tempo assoluto delle batterie dei 1500 metri.
Ludovica Cavalli, 6: avanza nei 1500 con il sesto ed ultimo posto utile nella quarta batteria. La finale sembra fuori portata, ma il suo Mondiale può già dirsi positivo.
Pietro Arese, 6,5: prestazione solida nei 1500 metri. Tiene il passo dello spagnolo Katir, uno dei favoriti, e avanza senza particolari patemi. Per la finale dovrà però inventarsi qualcosa e, probabilmente, firmare il record italiano in un contesto dalla concorrenza spaventosa.
Ossama Meslek, 5,5: atteggiamento gagliardo, si batte con coraggio e sfiora il passaggio del turno nei 1500. È mancata brillantezza sul rettilineo conclusivo.
Joao Bussotti Neves, 5: nonostante una batteria su tempi decisamente lenti, si spegne completamente nelle battute finali nei 1500.
Samuele Ceccarelli, 5,5: decisamente non fortunato, perché gli capita una delle batterie più complicate in assoluto. Parte bene, ma nella fase lanciata appare decisamente macchinoso e poco fluido: sa che è il punto debole su cui dovrà lavorare in ottica olimpica. Peccato perché avrebbe passato il turno se avesse corso sui tempi del primato personale.
Marcell Jacobs, 6: ci ha messo la faccia e la presenza. Negli ultimi mesi ha trascorso più tempo in ambulatorio che in pista ad allenarsi. Sarebbe stato molto più facile salutare tutti in vista del 2024. Eppure il campione olimpico ha voluto provarci, lavorando sodo per recuperare in tempo per la rassegna iridata. Per sua stessa ammissione, nello sport i miracoli non esistono: non si improvvisa nulla. Poco fluida la partenza, un lanciato ben distante dai canoni a cui ci ha abituato. Oggettivamente questo Jacobs non è da medaglia, ma c’è da scommetterci che proverà ad inventarsi qualcosa per arpionare in qualche modo una finale che sarebbe un risultato eclatante, considerate le premesse.
Emanuel Ihemeje, 6,5: avvicina i 17 metri nel salto triplo e tanto basta per accedere in finale. In passato ha già dimostrato di valere misure intorno ai 17.30: dovesse arrivarci nell’atto conclusivo, allora un piazzamento in top5 sarebbe assolutamente alla portata.
Tobia Bocchi, 5,5: brucia rimanere fuori dalla finale del triplo per soli 5 cm e da primo degli esclusi. La misura di 16,66, tuttavia, è oggettivamente modesta.
Zane Weir, 4,5: tanto brillante nella qualificazione del mattino, quanto irriconoscibile nella finale della serata, dove non supera nemmeno i 20 metri. Un peccato perché aveva le potenzialità per giocarsi un posto sul podio. Una delusione cocente di cui dovrà fare tesoro per progredire in vista delle Olimpiadi.
Leonardo Fabbri, 10: si sapeva che questo ragazzo aveva delle qualità, ma sin qui non le aveva mai espresse completamente. Proprio nel momento buono supera per la prima volta i 22 metri e, con 22,34, agguanta un argento insperato alla vigilia, che può anche fungere da spartiacque per il Mondiale italiano, togliendo pressione agli azzurri che saranno in gara nei prossimi giorni. Al penultimo lancio aveva addirittura toccato la fettuccina dei 23 metri, ma l’uscita di pedana, con conseguente nullo, ha strozzato l’urlo in gola. Oggi Fabbri è entrato in una nuova dimensione, nella quale non potrà avere più paura di nessuno. E dire che al mattino era entrato in finale per il rotto della cuffia, salvandosi per appena 6 cm. I disegni della vita…
Foto: Colombo/Fidal