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Perché l’Italia non ha sbagliato niente ai Mondiali di ciclismo: Bettiol sontuoso, ma battere Van der Poel era impossibile

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Era una mission impossible, forse qualcosa di più. Nel ciclismo di oggi non si può inventare nulla: se una volta con la tattica, con un colpo di fortuna o con magari una corsa che andava in un certo modo si poteva provare a vincere pur non partendo favoriti, adesso non è più così. E lo si vede dal podio odierno: nonostante un percorso iridato particolare, nonostante la pioggia, nonostante una giornata affrontata a tutta, davanti ai Mondiali di ciclismo troviamo Mathieu van der Poel, Wout van Aert e Tadej Pogacar.

Contro questi fenomeni le tattiche vanno messe da parte e contano solo le gambe, ma, a parte Mads Pedersen, giunto quarto (anche lui lo consideriamo nell’eccellenza), nessuno è riuscito a tenere il passo dei tre corridori più performanti al mondo nelle corse di un giorno.

Non si poteva chiedere di più alla Nazionale italiana guidata da Daniele Bennati. Gli azzurri sono partiti con un’idea precisa: quella di provare il più possibile ad assottigliare il gruppo al comando e tentare di andar via anticipando i big, che nello scontro testa a testa diventano poi imbattibili. La caduta di Matteo Trentin ha penalizzato di sicuro la squadra tricolore, ma poi ci ha pensato Alberto Bettiol in solitaria ad azzardare.

“Volevamo vincere, non importa il risultato”. Viste le gambe messe in mostra da Bettiol un piazzamento nella top-5 era assolutamente alla portata, probabilmente (non ne abbiamo la controprova) l’azzurro ne avrebbe avute addirittura per stare con il treno delle medaglie. Parlare dopo non ha senso e ancor di più non ha senso puntare ad un piazzamento quando ai Mondiali esulta solo il vincitore. Apprezzabile dunque, in tutto e per tutto, la gara dell’Italia e nel dettaglio quella di Bettiol che ha provato a far saltare il banco da lontanissimo, dovendosi arrendere a due tornate dal termine e cogliendo in ogni caso un’ammirevole decima posizione.

Foto: Federciclismo

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