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Scacchi, World Cup 2023: Goryachkina vincente tra le donne, Praggnanandhaa raggiunge Carlsen in una finale da gustare
Ultimi sgoccioli di World Cup 2023 a Baku, in Azerbaigian: gli scacchi stanno finendo di assistere alla manifestazione che definisce l’approdo di tre scacchisti al Torneo dei Candidati dell’aprile 2024 a Toronto, nonché di altrettante scacchiste allo stesso evento. Con l’ingresso di Magnus Carlsen in finale e il terzo posto di Anna Muzychuk ieri, si va oltre Norvegia e Ucraina per spostarsi sui due spareggi di oggi.
Quello che porta al titolo più elevato è il femminile, con la russa Aleksandra Goryachkina che, alla seconda partita di spareggio, riesce a sconfiggere la bulgara Nurgyul Salimova, fissando dunque il punteggio sul 2,5-1,5. Fatale all’emergente ventenne di Krepcha un errore nel lunghissimo finale di Alfiere contro Cavallo con pedone in meno; all’89a mossa l’Alfiere nero finisce dove non avrebbe dovuto, cioè dietro i pedoni f e g bianchi, fatto che consente a Goryachkina di spingerli entrambi verso la promozione senza che l’ultimo pezzo rimasto al Nero sia più di disturbo.
Nell’Open, invece, Carlsen conosce il nome del suo avversario in finale. Sarebbe stata comunque una sfida tutta da gustare, ma in questo caso si tratta di un altro confronto generazionale, e per di più con l’indiano che più di tutti (prima dell’avvento di D Gukesh) ha acceso le fantasie di chi aspettava un erede assoluto di Vishy Anand. Rameshbabu Praggnanandhaa, il cui nome è ormai universalmente accorciato in R.
Per il classe 2005 di Chennai arriva uno spettacolare successo su Fabiano Caruana: battere il numero 2 (Hikaru Nakamura) e poi il numero 3 del mondo non è cosa per tutti, ma per lui sì. Senza contare che con Carlsen ha anche la memoria di quattro vittorie, contando tutte le cadenze di gioco. In questo caso, a Praggnanandhaa, per battere Caruana, “basta” la terza partita di spareggio, che mostra una volta di più come l’italoamericano non abbia in grande simpatia le cadenze rapid (in questo caso 10’+10″). Nondimeno, l’ex numero 2 mondiale mal si disimpegna, con il Nero, contro quella che risulta essere un’orda di pedoni bianchi che avanza in maniera coordinata nel finale di Donna e Alfiere in cui l’indiano ne ha due in più. Praggnanandhaa potrebbe vincere anche la quarta di spareggio, ma entrambi non capiscono bene la posizione e la patta basta comunque al giovane per mettere in scena una sfida che varrà indubbiamente la pena seguire: la leggenda contro il futuro.
Foto: FIDE / Stev Bonhage