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Oltre Cinquecerchi
Scacchi, World Cup 2023: Magnus Carlsen trionfa agli spareggi su Praggnanandhaa, Caruana terzo
Per la prima volta nella propria carriera, ed è già strano a dirsi considerando il suo palmares, Magnus Carlsen conquista la World Cup. Il norvegese, numero 1 del mondo ormai dal 2010, si impone per 2,5-1,5 sull’indiano classe 2005 Rameshbabu Praggnanandhaa, il cui nome è solitamente reso semplicemente come R. Decisiva la prima delle due partite di spareggio odierne. Il terzo posto va a Fabiano Caruana: l’italoamericano vince entrambi i confronti odierni con l’azero Nijat Abasov per collocarsi sul gradino più basso del podio. Per lui ci sarà il ritorno al numero 2 della classifica globale, mentre per Praggnanandhaa si aprono le porte della top 20.
Nella prima di spareggio, l’indiano, con il Bianco, quasi “provoca” Carlsen nell’Italiana (Giuoco Pianissimo) con 5. a4, una mossa poco usata e che, oltretutto, il norvegese ha impiegato con successo contro un connazionale di Praggnanandhha, Vidit Gujrathi. Si rientra, dalla sesta, in un’altra variante che non c’entra niente con la citata Carlsen-Vidit, ed alla nona si è fuori dalla teoria. Alla 15a il giovane indiano non vede un tatticismo contro l’arrocco nero, poi si entra abbastanza rapidamente in un finale pari. Il problema, però, è che Praggnanandhaa si ritrova con pochissimo tempo sull’orologio e scarsa possibilità che i 10″ di incremento a tratto gli vengano in soccorso; si avventura così in un piano semplicemente sbagliato in cui prima perde (subito) il pedone a e poi almeno un altro pezzo, cosa che lo porta ad abbandonare dopo 48 mosse. Il confronto successivo, con la patta in 22 mosse seguita a una Siciliana Alapin (cioè con 2. c3), chiude la questione primo posto. E, per Carlsen, è questione ancora più preziosa anche perché qualche giorno fa si è trovato a non stare proprio bene dopo aver mangiato del cibo avariato.
Quanto a Caruana, con il Nero contro Abasov si vede subito giocare l’apertura Trompowsky, che ogni tanto fa capolino sulla grande scena (Carlsen-Karjakin, prima del match mondiale 2016). Forse un po’ sconcertato, Fabiano gioca la naturale, ma rara, 2. Cc6, il che porta rapidamente fuori dalla già non enorme dose di teoria esistente su tale linea. L’arma dell’azero gli si ritorce però contro, perché sceglie un piano che lo vede in grande stato di passività. Un altro errore di Abasov alla 22a consente a Caruana di giocare uno spettacolare sacrificio di Torre (ritardato) che serve a portare l’attacco definitivo contro i resti dell’arrocco bianco. Risultato: fine per abbandono dopo 28 mosse. Nella seconda, la Siciliana Rossolimo (una delle più affascinanti linee della più celebre apertura scacchistica) riserva una cattiva sorpresa ad Abasov dopo 9… Cg4, anche se il vero guaio l’azero se lo procura alla 14a finendo per perdere la qualità. A Caruana non basta che gestire e chiudere sul 3-1.
Si chiude così una World Cup che, tra le (poche) notizie positive, vede l’aggiungersi di un altro alloro a una bacheca ormai praticamente infinita di Carlsen, che comprende anche cinque titoli iridati classici, quattro rapid, sei blitz, otto Tata Steel (Wijk aan Zee), quattro Sinquefield Cup, cinque Norway Chess, due Grand Chess Tour e numerose altre vittorie di prestigio. Per il resto, sono state parecchie le polemiche che si sono mosse tra la fine di luglio e quasi tutto agosto.
Si è partiti con le rimostranze circa la mancata trasmissione ritardata delle mosse di 15′, una mossa anti-cheating generalmente utilizzata in molti tornei di elevato rango e non solo al fine di evitare possibili intrusioni indesiderate. Successivamente, è esplosa la polemica con la FIDE attaccata a seguito delle norme che impediscono a persone che hanno effettuato la transizione di genere da uomo a donna di partecipare a tornei internazionali fino a ulteriore analisi, che può durare fino a 2 anni. Mentre varie federazioni europee e quella americana hanno dichiarato chiaramente che continueranno a far partecipare le transgender ai loro tornei, è stato notato da più d’una persona che, oltretutto, non sono mai state chiarite varie ombre su figure accusate di aver molestato sessualmente scacchiste ai tornei, e questa è un’onda che si sta allargando sempre di più. Infine, diverse case editrici hanno deciso di boicottare il premio FIDE Book of the Year in ragione della ritenuta eccessiva vicinanza, compresa quella del suo numero 1, Arkady Dvorkovich, al Cremlino, visto quel che sta accadendo lontano dalla scacchiera.
Foto: FIDE / Stev Bonhage