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Stefano Mei, il bilancio sui Mondiali di atletica: “Ci guardano in modo diverso, abbiamo creato un sistema virtuoso”

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L’Italia ha conquistato quattro medaglie ai Mondiali 2023 di atletica leggera: l’oro di Gianmarco Tamberi, gli argenti di Leonardo Fabbri nel getto del peso e della 4×100 maschile, il bronzo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia. In attesa dell’ultima serata di gare a Budapest, dove la nostra Nazionale potrà fare affidamento sulle due 4×400, il Bel Paese occupa il decimo posto nel medagliere e ha raccolto tredici finali (ovvero piazzamenti nelle prime otto posizioni, consideriamo già nel conto i risultati delle staffette del miglio). Un computo di medaglie di questo calibro non si vedeva dal 2001, un numero finalisti di questa quantità non arrivava addirittura dal 1999.

L’Italia archivia una rassegna iridata di enorme spessore tecnico, quando manca meno di un anno alle Olimpiadi di Parigi 2024. Stefano Mei, presidente della Federazione Italiana, ha tracciato il proprio bilancio nell’ultima conferenza stampa andato in scena a Casa Italia: “Siamo nella direzione giusta non soltanto per Parigi 2024 ma anche per Los Angeles 2028. Abbiamo negli occhi queste giornate fantastiche e fortunatamente non è ancora finita, con le staffette 4×400 in gara questa sera. Con il passare del tempo, mese dopo mese, gli atleti hanno percepito la possibilità di fare molto bene. Da due anni e mezzo siamo valutati in modo diverso: vinciamo e portiamo avanti giovani che spingono chi vince, in un circolo virtuoso che non è ancorato a singoli risultati e deve diventare un ciclo continuo“.

Il numero della Fidal ha proseguito: “Spero che queste vittorie servano a riportare l’atletica nella scuola, il suo ruolo naturale. Stiamo investendo sul settore tecnico, ma anche sulle società di base, con progetti destinati a tecnici meritevoli che escono da una graduatoria con criteri oggettivi: hanno in mano lo sviluppo del talento e saranno nostri osservatori sul territorio, una mancanza finora sempre lamentata. Siamo arrivati alla vigilia degli Europei di Roma e delle Olimpiadi di Parigi a suon di risultati. Gli atleti si meritano tutto quello che stiamo facendo per loro. Tutta la squadra dimostra che la Coppa Europa non è stata un caso, in un’atletica con tantissime Nazioni che possono vincere medaglie e avere finalisti. Abbiamo raccolto più di Eugene che era stata comunque una delle migliori edizioni, con un ricambio che potrà fare da proselitismo, come dimostrano i dati di ascolto in tv”.

Stefano Mei è entrato ulteriormente nel dettaglio: “C’è un metodo Italia dietro a questi risultati? Credo di aver inaugurato la stagione del sorriso. Quando vedo atleti arrabbiati per la gara andata male, dico di pensare ai compagni che sono rimasti a casa, l’arrabbiatura deve passare presto ed è un’esperienza per migliorare, so cosa succede nella testa di uno che va male. Spostare risorse da altre aree e destinarle al settore tecnico è una rivoluzione, credendo nel binomio tecnico-atleta e nel settore tecnico. Il Presidente deve mettere lo staff in condizione di dare il meglio, ci possono essere divergenze di opinione ma ne abbiamo parlato già prima delle scorse elezioni. Se è andata bene, non c’è bisogno di cambiare”.

La c0nclusione è dedicata al capitano Gianmarco Tamberi:L’oro di Gimbo resterà una delle istantanee più esaltanti di questa edizione. Tamberi è nel gotha, tra i più grandi di sempre dell’atletica italiana, anche perché è un trascinatore assoluto anche quando non vince, come ai Mondiali di Eugene dove era stato quarto nonostante le difficoltà”.

Foto: FIDAL

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