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Tennis, Bertolucci: “Niente drammi per Sinner. Agli US Open tre favoriti. Berrettini l’ho visto in calo”
Chiedere spiegazioni. Il mercoledì nero del tennis italiano a Cincinnati alimenta qualche spunto e, in questo contesto, la sconfitta di Jannik Sinner nel secondo turno del 1000 in Ohio come va valutata dopo il successo di Toronto? Quesiti che abbiamo sottoposto a Paolo Bertolucci, personaggio noto nel mondo del tennis sia per i risultati ottenuti da giocatore che per le valutazioni fatte nelle vesti di commentatore tecnico televisivo.
Bertolucci, bentrovato! Partiamo subito dal ko di Jannik Sinner a Cincinnati. Se lo aspettava?
“Sinceramente non mi sorprende. Battere il Lajovic di ieri, per come stava Jannik, equivaleva quasi a vincere il torneo“.
E’ così difficile quindi riuscire a giocare a stretto giro tra Toronto e Cincinnati?
“Assolutamente sì, c’è poco tempo per adattarsi e un contesto climatico molto diverso. Lui, poi, con l’eccezione della Finale in Canada, ha affrontato quarti e semifinale a Toronto giocando sempre di sera e avendo anche meno margini per recuperare da una partita all’altra. E’ normale che non avesse grandi energie e non starei a fare drammi per quanto accaduto“.
Crede che il giudizio che si fa di questa sconfitta possa essere anche alterato da quanto hanno fatto i “mostri sacri” di questo sport?
“Il problema è proprio questo: siamo stati abituati “male”. Djokovic, Federer e Nadal erano qualcosa di diverso e quindi hanno dimostrato di gestire anche queste situazioni. Qui il contesto è differente e si parla tanto di Sinner, ma anche altri sono usciti. De Minaur ha perso ieri da Monfils, Ruud, Rune e Rublev? A casa anche loro. Questa è la normalità nel tennis, ma abbiamo vissuto per tanto tempo con giocatori che hanno fatto dell’eccezione una regola“.
Sinner, però, a Indian Wells e a Miami era riuscito a disimpegnarsi piuttosto bene. Che cosa è cambiato?
“In quel caso parliamo di tornei di due settimane, con un giorno di recupero tra un match e l’altro. Tra Toronto e Cincinnati non hai questo spazio, per di più lui è passato dalle temperature canadesi a quelle in Ohio, giocando in orario diurno molto caldo e con una grandissima umidità. Ha fatto bene a giocare perché questo fa parte del percorso di crescita e di maturazione che vuole portarlo a essere competitivo a livello Slam, come ha già fatto. A volte però si perde e, nel caso, ci sono anche i meriti dell’avversario“.
Facendo un passo indietro, secondo lei la vittoria di Toronto che cosa ha lasciato a Sinner?
“Sicuramente la consapevolezza di aver ottenuto un risultato che spesso aveva avvicinato, ma mai centrato. Importante aver incamerato il tutto, ma ora si guarda avanti anche perché a maggior ragione gli avversari avranno ulteriori motivazioni per giocare un brutto scherzo, come ha fatto Lajovic ieri“.
Parlare di Sinner tra i favoriti degli US Open non è un’eresia?
“Se leggiamo la Race lui è tra i quattro che concorrono. Ritengo che Djokovic, Alcaraz e Medvedev abbiano qualcosa in più, ma dipenderà anche dal tabellone che si avrà e dalla sua evoluzione“.
A conclusione, parlando degli altri italiani, è rimasto un po’ deluso dalle prestazioni di Musetti e Berrettini?
“Musetti ha giocato contro un tennista più forte (Medvedev ndr). Certo, mi sarei aspettato una prestazione un po’ diversa, ma quando sei in campo e giochi contro un avversario così solido non è facile gestire emotivamente quanto accade. Su Berrettini, l’ho visto un po’ in calo fisico dal secondo set, vedremo se la prossima settimana giocherà in qualche torneo prima degli US Open perché arrivare a New York con pochi match nelle gambe non è ideale“.
Foto: LaPresse