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Tennis, Matteo Berrettini e la necessità di dosare i tornei. Solo test di alto livello prima degli US Open

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Wimbledon ci ha riconsegnato Matteo Berrettini. Il tennista romano è tornato vicino ai suoi livelli abituali sui campi dell’All England Club, spingendosi fino agli ottavi di finale e arrendendosi soltanto a Carlos Alcaraz, poi vincitore del torneo. Un enorme passo in avanti rispetto ai mesi precedenti di questo 2023, condizionato dai soliti problemi fisici.

Ricordiamo ancora Matteo in lacrime al termine della scoppola presa a Stoccarda da Lorenzo Sonego. Un ritorno in campo attesissimo, dopo quasi due mesi e sulla sua amatissima erba, che si rivelò invece un buco nell’acqua, con soli tre giochi conquistati. Forse il punto più basso della sua stagione, passata all’inseguimento della forma migliore nei primi mesi e poi condizionata dall’ennesimo infortunio agli addominali a Montecarlo. Un sintomo di come, senza una forma adeguata, i suoi standard diventino irraggiungibili. 

Ormai sappiamo bene come il corpo del romano sia una macchina da dover maneggiare con estrema cura. I problemi alla fascia inferiore del tronco sono ormai di casa, numerosi sono gli infortuni muscolari in quella zona con cui ha dovuto fare i conti. Proprio per questo, diventa necessario, per ritrovare il miglior Berrettini, provare a dosare le energie e spendersi soltanto per i tornei di un certo calibro.

Così come Jannik Sinner, anche il finalista di Wimbledon 2021 ha optato per un periodo di pausa per buttarsi in campo soltanto ad agosto inoltrato, rientrando in gioco con i 1000 nordamericani. Questo mese non deve essere interpretato solo come un periodo di stacco, anzi, ma per ritrovare finalmente uno stato di forma buono, perché luglio è stato visto da lui e dal suo staff come una parentesi inaspettata, da trasformare con il duro lavoro in frasi di senso compiuto per restituirci al meglio un top 10 conclamato.

Foto: LaPresse

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