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Tiro a volo, livello dei Mondiali spaventoso: se sbagli oltre 2 piattelli, sei fuori. Italia bene nel trap, meno nello skeet

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I Mondiali 2023 di tiro a volo, tenutisi a Baku, sono andati ufficialmente in archivio e dopo un evento come questo è sempre necessario trarre un bilancio di ciò che è stato e che si è visto in pedana, per di più se l’evento è stato di fatto il “primo apripista” a meno di un anno dai Giochi Olimpici di Parigi 2024.

La notizia è confutata dai numeri in tutte le specialità, trap e skeet, e tanto al maschile quanto al femminile: il livello medio è tornato a crescere. Quali sono i fattori di questo fenomeno, che prende in esame i piattelli rotti in qualifica sui 125 a disposizione?

Fattore principale: dopo anni di precauzioni pandemiche, allenamenti a rilento e gare col contagocce tutti i tiratori planetari sono tornati a poter gareggiare e misurarsi con costanza in pedana.

Fattore regolamentare: la ISSF è tornata sui propri passi. Abolizione delle semifinali a otto, dopo le qualifiche, con due gruppi da quattro a scontrarsi per ottenere i quattro pass (due nella prima semifinale e due nella seconda semifinale) per la finalissima, e reintroduzione del vecchio regolamento. Dalle qualifiche si passa direttamente alla finalissima, ma con un numero di qualificati più stringente: da 8 a 6.

Fattore ambientale: nei “Big Event” siano essi Olimpiadi, Mondiali o campionati continentali la direzione è quella di scegliere campi da tiro e pedane che, in condizione di normalità meteorologica, siano più semplici e accessibili a tutti. E’ chiaro che in molti casi la tecnica pura ne viene meno, ma di contro la competitività generale aumenta.

Cosa ne è scaturito? Fra trap e skeet il numero di piattelli per poter accedere alle finalissime si è mediamente alzato fra 1 e 3 piattelli: avere uno score di 120-121/125 in sostanza non basta più. La quota di accesso si è generalmente alzata in un range fra 122-123, dovendo anche contare che a questa soglia spesso può capitare di essere coinvolti in lunghi shoot-off di accesso alle successive finali. In buona sostanza, ormai, si ha solo uno massimo due piattelli di margine; dalla quota successiva si è sostanzialmente fuori o quasi, a meno di stravolgimenti o gare meteorologicamente “pazze”.

In tutto questo: come si è comportata l’Italia ai Mondiali? Lo skeet non ha certamente brillato. L’obiettivo al maschile di andare a prendere il quarto e ultimo pass da centrare per il comparto, considerando che il femminile è al completo e che Luigi Lodde era stato uno dei primi a mettere a referto la carta olimpica, è sfumato, così come sono sfumati gli ingressi nelle finali individuali e nella finale del Mixed Team, che a Parigi farà parte del programma a “Cinque Cerchi”; anche se Rossetti e Bartolomei hanno concorso agli shoot off per entrare negli ultimi atti dei contest individuali.

Il trap invece ha cambiato marcia in positivo. Il comparto femminile, che aveva già messo al sicuro i suoi pass, ha mostrato una Jessica Rossi – medaglia d’argento – in continua e costante crescita dopo l’oscurità delle Olimpiadi di Tokyo di un paio di anni fa, mentre la sezione maschile da un paio di mesi a questa parte si è proprio trasformata. L’enigma è stato risolto: Mauro De Filippis ha fatto la voce grossa ai Giochi Europei, mentre l’eterno Giovanni Pellielo ha piazzato la zampata del consumato fuoriclasse per andare a griffare un pass olimpico pesantissimo; anche se poi bisognerà capire come verrà assegnato a livello nominale, visto che tutti i pass ottenuti dall’Italia nel tiro a volo sono contingentali.

Nei prossimi mesi nuove gerarchie, equilibri e risposte potrebbero arrivare e mutare. La voglia di gareggiare e quella di analizzare quanto succederà saranno i due elementi più importanti da portarsi dietro.

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