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US Open 2023, Djokovic e Alcaraz in pole per il titolo a New York. Sinner nel gruppo degli immediati inseguitori

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Calato il sipario sui due Masters1000 nordamericani a precedere gli US Open, che dalla prossima settimana inizieranno con i match del tabellone principale. Che cosa hanno lasciato i tornei di Toronto e di Cincinnati, in vista di quel che sarà a Flushing Meadows? 

In Canada, come è noto, ha vinto Jannik Sinner. Il tennista italiano ha conquistato il suo primo titolo 1000 e ha messo in mostra un tennis particolarmente adatto al cemento. Non ha incrociato top-10 l’altoatesino, ma i meriti di Jannik sono stati quelli di imporsi in maniera autorevole contro avversari che nella settimana canadese si erano dimostrati migliori di Carlos Alcaraz e di Daniil Medvedev, per fare delle citazioni non casuali.

In Ohio è arrivata la vittoria di grande qualità di Novak Djokovic (39° titolo 1000 della carriera), battendo proprio Alcaraz al termine di una Finale epica. Il livello di gioco espresso nel corso dell’atto conclusivo è stato da urlo e per quanto si è visto l’impressione è quella di due giocatori che sul piano della qualità e della determinazione abbiano qualcosa in più.

In sostanza, rafforzando l’idea che ci si poteva fare dopo Wimbledon, il serbo e lo spagnolo partono da un livello diverso e non a caso sono stati quelli che si sono imposti negli ultimi quattro Slam andati in scena, dividendosi la torta in maniera equa.

  • US Open 2022 – Carlos Alcaraz
  • Australian Open 2023 – Novak Djokovic
  • Roland Garros 2023 – Novak Djokovic
  • Wimbledon 2023 – Carlos Alcaraz

Alle loro spalle ci sono una serie di giocatori: Daniil Medvedev, vincitore a New York nel 2021, lo stesso Sinner, Holger Rune e Stefanos Tsitsipas. Il russo, se dovesse tornare ai livelli di due anni fa, potrebbe giocarsela soprattutto contro Djokovic, ma il problema per Medvedev è che le sue caratteristiche difficilmente potrebbero consentirgli di prevalere in una sfida contro Alcaraz, per quanto visto negli ultimi incroci.

Su Jannik, il discorso è noto: dipende dalla propria continuità al servizio. Non ci sono dubbi che le qualità di ribattitore dell’azzurro siano alla stessa stregua di quelle di Nole, avendo il plus di dare maggior velocità alla palla da fondo. Tuttavia, l’incostanza alla battuta, con percentuali di prime attorno al 50%, è un limite importante al cospetto di giocatori così forti, tenuto presente che l’unico che il 22enne nostrano sia stato in grado di battere finora nel circuito è proprio Carlitos, mentre contro Djokovic e Medvedev il computo delle vittorie è pari a zero.

Foto: LaPresse

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