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US Open, Sinner in campo quasi 2 ore e mezza nonostante un match dominato. Alcaraz invece è baciato dalla sorte

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Trovare il pelo nell’uovo. Il mestiere un po’ lo impone e nella sfida vinta da Jannik Sinner nel primo turno degli US Open 2023 c’è un aspetto negativo. No, non siamo impazziti. E’ chiaro che sul 6-3 6-1 6-1 rifilato al tedesco Yannick Hanfmann c’è poco da dire per qualità e convinzione.

Tuttavia, la durata del match di due ore e 20 minuti, nella sessione serale, può far pensare. In uno Slam, la gestione delle energie è un aspetto fondamentale e in questo caso l’azzurro, anche per i meriti del proprio avversario, si è dovuto sobbarcare uno sforzo superiore rispetto a quello dei suoi rivali diretti per il titolo nella Grande Mela. Il riferimento è a Novak Djokovic, Daniil Medvedev e a Carlos Alcaraz. Di seguito le durate dei match dei tre giocatori citati:

  • Djokovic vs Muller 1 ora e 36 minuti
  • Medvedev vs Balazs 1 ora e 17 minuti
  • Alcaraz vs Koepfer del tedesco in 58 minuti

Al di là del “colpo di fortuna” che può aver avuto Alcaraz, c’è anche un discorso di valori. Sinner ha affrontato, indubbiamente, il tennista più qualificato al primo turno, come certificato anche dalla classifica mondiale. Inoltre, non è detto che l’essere rimasto più tempo in campo possa rivelarsi uno svantaggio.

Spesso i giocatori hanno anche bisogno del confronto e di colpire tante palle per entrare in ritmo con il torneo. Un aspetto importante soprattutto per un tennista dalle caratteristiche dell’altoatesino. Quindi, in questa lunga corsa, vedremo quali pro e contro potranno pesare.

Foto: LaPresse

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