Ciclismo

Vuelta a España, Andrea Piccolo: “Avrò le mie occasioni. Non ho la pressione di dover dimostrare qualcosa”

Pubblicato

il

Andrea Piccolo è considerato da sempre un talento e, adesso, spera di entrare a far parte anche lui di quella “generazione di fe­nomeni” che in queste ultime stagioni ci hanno regalato un grande spettacolo. Per il lombardo classe 2001 quello di quest’anno è stato tutt’altro che un inizio facile di stagione non essendo riuscito a trovare il giusto colpo di pedale, dopo un finale di stagione 2022 in cui andò davvero forte riuscendo anche ad essere protagonista in molte occasioni. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente prima di un allenamento di rifinitura in vista della Vuelta di Spagna, il primo Grande Giro per Piccolo, in programma dal 26 agosto al 17 settembre.

Andrea, come stai?

“Adesso meglio, ho avuto un inizio di stagione difficile e non sono mai riuscito a trovare il giusto colpo di pedale sia in corsa che in allenamento. Mi aspettavo anche io qualcosa in più, ma ora sto meglio e sarò al via della Vuelta di Spagna”. 

Hai un contratto fino al 2024. Dentro di te però c’é un po’ l’apprensione di dover tornare a fare risultati per meritarti una riconferma anche per gli anni successivi?

“Non ho questa pressione e non me la mette neanche la squadra. Alla fine un contratto non si basa solo sui risultati, io sono giovane, la squadra è consapevole dei miei mezzi e del mio potenziale, ma ovviamente cercherò di centrare qualche risultato”.

Quando si parla dei possibili giovani italiani del futuro, ultimamente in pochi fanno il tuo nome, nonostante tu sia uno dei nostri giovani talenti…

“Ho corso poco, ma ho fatto solo corse di alto livello, quindi o ti fai trovare pronto per provare a cercare un risultato personale oppure in appuntamenti del genere devi metterti a disposizione della squadra. Però sento di aver fatto delle belle esperienze”. 

Ti è dispiaciuto non prendere parte al Giro d’Italia?

“Era già nel calendario, la squadra non voleva che il Giro fosse il mio primo Grande Giro anche per la pressione che ci sarebbe potuta essere essendo la corsa di casa”. 

La Vuelta rappresenta un’occasione di riscatto: come ti sei preparato?

“Sì, sicuramente. Mi sono preparato bene, è da due mesi che ho in testa la Vuelta nonostante la conferma sia arrivata di recente. Vedremo come andrà strada facendo”. 

Quale ruolo ricoprirai in squadra alla Vuelta?

“In squadra abbiamo Carthy come capitano, però avrò le mie possibilità per provare a centrare qualche successo personale”. 

Per un giovane che vuole affermarsi nel ciclismo, quanto possono incidere problemi personali esterni?

“Tanto, tantissimo. Ti prepari bene e cerchi di fare sempre le cose al meglio, ma se di testa non sei al 110% e non sei tranquillo questo incide tanto a livello personale, ma anche in termini di preparazione. Quando hai tante pressioni o succede qualcosa a casa non sei sereno, pensi ad altro e perdi giorni fondamentali di allenamento”.

Da juniores andavi forte a cronometro e in salita. Da professionista non si é ancora ben compresa la tua identità: che genere di corridore pensi di essere?

“Ancora non lo so, nella prima parte di stagione mi sono più concentrato sulle corse di un giorno e nella seconda metà di stagione ho fatto delle brevi corse a tappe e sarà al via di un Grande Giro, questo per capire come reagirà il mio fisico e avere quindi una linea più precisa da seguire il prossimo anno”. 

Cosa ti manca per tornare almeno il Piccolo del 2022?

“Qualche corsa in più, la motivazione che ti dà la corsa e quindi una maggior consapevolezza”.

Cosa ti aspetti dal finale di stagione, anche dopo la Vuelta?

“Farò la Vuelta, poi dovrei essere al via del Giro dell’Emilia, Tre Valli Varesine e il Giro di Lombardia. Spero di uscire bene dalla Vuelta per essere in condizione per il finale di stagione e centrare qualche successo personale”. 

Foto: Silvia Colombo/LivePhotoSport

Exit mobile version