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Vuelta a España, Juan Ayuso più di una mina vagante. Lo spagnolo spera di battagliare alla pari con Evenepoel, Roglic e Vingegaard

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Juan Ayuso

Si avanza a grandi passi verso l’inizio della 78a edizione della Vuelta a Espana: sabato prenderà il via da Barcellona la corsa roja che sarà durissima e selettiva con ben 13 arrivi in salita e uno spettacolo annunciato grazie ai tanti protagonisti presenti, dal campione uscente Remco Evenepoel, al vincitore degli ultimi due Tour de France Jonas Vingegaard, al vincitore del Giro d’Italia e di tre Vuelta Primoz Roglic.

Tra i possibili protagonisti vuole inserirsi anche Juan Ayuso, classe 2002 spagnolo su cui gli addetti ai lavori iberici puntano forte per fare un grande risultato. Grande risultato che arrivò anche l’anno scorso, con uno splendido podio a neanche 20 anni dietro solo a Remco Evenepoel e Enric Mas, mostrando tutte le sue qualità e potenzialità.

Quest’anno sarà al secondo Grande Giro della carriera dopo la Vuelta della scorsa stagione, in un’annata che l’ha visto correre poco, specie nei primi mesi dell’anno a causa di una fastidiosa tendinite che ne ha rinviato il debutto al Giro di Romandia, concluso in 16a posizione, per poi correre ancora in Svizzera il Tour de Suisse, chiuso in seconda piazza con ben due successi di tappa, arrendendosi per appena nove secondi a Mattias Skjelmose.

Arriva alla Vuelta dopo un’altra caduta non troppo grave che non gli ha permesso di concludere il Circuito de Getxo: sarà il co-capitano della UAE Team Emirates insieme a Joao Almeida, quindi non avrà la grande pressione del risultato tutta sulle sue spalle. Difficile sapere quali saranno le condizioni di forma del giovane iberico viste le poche corse di quest’anno, ma se dovesse arrivare tirato a lucido il sogno può essere quello di lottare con i grandi favoriti.

Foto: Lapresse

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