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Atletica, Antonella Palmisano: “I medici non avevano spiegazioni. La staffetta buon format per me”

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Antonella Palmisano

Ci si prepara per la stagione più importante. Le Olimpiadi Parigi 2024 sono il grande obiettivo e per chi come Antonella Palmisano, che a Tokyo si è tinta d’oro nella 20 km di marcia, il sogno neanche tanto nascosto è quello di provare a replicare. Per centrare il target è necessario stare bene e l’atleta nostrana ha dovuto costantemente affrontare prove complicate, ben più di quanto la disciplina richiedesse.

Il riferimento è al problema di compressione del nervo sciatico e dell’arteria che la affligge da ormai diverso tempo e che l’ha tenuta ai box per tutto il 2022. L’operazione effettuata a Bologna aveva in un primo momento fatto sperare Antonella che il peggio fosse passato, ma in verità il dolore c’è sempre e l’azzurra ha dovuto imparare a conviverci.

Nel corso dell’ultima puntata di Sprint2U, in onda sul canale Youtube di OA Sport, condotta da Ferdinando Savarese e con il supporto di Stefano La Sorda, Palmisano si è raccontata dopo la conquista del bronzo mondiale nella 20 km a Budapest. Un podio molto significativo, reduce da un periodo buio della propria carriera per i problemi fisici descritti.

Quando pubblicai il post su Instagram alcuni mesi fa mi era un po’ crollato il mondo addosso. Tornando a Bologna, nello stesso luogo in cui mi ero operata, i medici non avevano spiegazioni del perché il dolore fosse così pressante. Sono dovuta andare avanti a tentativi e questo mi ha consentito di affrontare la gara in Ungheria e di vincere una medaglia molto importante“, ha dichiarato Palmisano.

Una 20 km nella quale l’episodio della caduta in curva ha fatto pensare che il tutto fosse riconducibile al dolore: “In verità la causa era stato il poco grip che avevo con le scarpe. Tuttavia, il problema si è presentato dal nono km e a fare la differenza è stato il mio approccio mentale, perché ho imparato a far fronte a questa criticità“.

Una condizione che a Budapest non poteva essere ideale: “Quando ho ottenuto il minimo a maggio, negli Europei, ho avuto due mesi per prepararmi con convinzione, ma il tempo non era molto. La mia condizione è cresciuta di giorno in giorno, ma mancava la potenza. Non è un caso che a Tokyo ero stata in grado di cambiare il ritmo negli ultimi 4 km, mentre ai Mondiali di quest’anno solo nell’ultimo“.

Palmisano, comunque, confida che il fastidio nel tempo possa essere sempre meno un compagno di viaggio: “Ho la speranza, sulla base di quanto mi hanno riferito i medici, che questo problema si faccia sentire sempre meno perché l’operazione, avendo toccato il nervo sciatico, ha bisogno di tempo per manifestare i propri effetti al completo. Mi auguro che dal 30 settembre, quando riprenderò ad allenarmi, il dolore sia sempre meno“.

Parlando poi del futuro della marcia, inevitabile il pensiero va alle decisioni del Cio e di World Athletics legate all’introduzione della staffetta a coppie, con quattro frazioni complessive, due a testa, per coprire un totale di 42,195 km, ovvero la classica distanza della maratona. Un format che sostituirà ai Giochi la 50 km maschile: “Per me potrebbe essere un format anche migliore della 20 km perché potrei avere meno problemi all’arto inferiore. Non nascondo però che sono pessimista sul futuro della marcia perché non si comprende in quale direzione si vada. C’è tanta confusione dopo Parigi e noi atleti siamo un po’ spaesati. Inoltre, parlando della staffetta, non mi piace il modo in cui verranno gestite le squalifiche. Si parla di una penalizzazione in termini di tempo totale, ma visivamente non mi sembra bello. Ci si complica un po’ la vita così“.

VIDEO PUNTATA RUNS2U CON ANTONELLA PALMISANO

Foto: LaPresse

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