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Atletica, Gianmarco Tamberi vince tutto ma non è il numero 1 al mondo! Perché l’azzurro non è primo nel ranking
Gianmarco Tamberi si è laureato Campione del Mondo di salto in alto, superando 2.36 metri al primo tentativo a Budapest e completando così il Grande Slam. Il fuoriclasse marchigiano ha vinto tutto in carriera e l’apoteosi iridata era l’ultimo tassello mancante in un puzzle degno di un fenomeno assoluto dello sport. Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 e Campione d’Europa in carica non è però il numero 1 nel ranking di World Athletics. Per la Federazione Internazionale di atletica leggera, infatti, il ribattezzato Gimbo occupa la seconda posizione nella graduatoria con 1.413 punti all’attivo (situazione aggiornata al 29 agosto e comunicata oggi)
Prendendo in considerazione i migliori cinque risultati dell’ultimo anno, infatti, vanno annoverati: i già citati sigilli ai Mondiali 2023 (2.36 a Budapest) e agli Europei 2022 (2.30 a Monaco), la vittoria della Diamond League 2022 (2.34 al Meeting di Zurigo), l’affermazione agli Europei a squadre 2023 (2.29 a Chorzow) e il secondo posto nella tappa di Diamond League a Chorzow (2.34 nel duello con Barshim prima dei Mondiali).
Gianmarco Tamberi si trova così alle spalle dello statunitense JuVaughn Harrison, che comanda con 1.441 punti. L’americano è stato l’ultimo rivale dell’azzurro ai Mondiali e anche nella Finale della scorsa Diamond League, dove perse in entrambe le occasioni contro il nostro portacolori, ma in suo favore ha tre vittorie di tappa in Diamond League nel corso di questa stagione: 2.35 a Londra, 2.32 a Doha, 2.32 a Firenze. Al terzo posto il qatarino Mutaz Essa Barshim, l’altro Campione Olimpico e bronzo iridato: 1.370 per l’asiatico a precedere il sudcoreano Sanghyeok Woo (1.342) e il tedesco Tobias Potye (1.330).
Il ranking tiene in considerazione il piazzamento nelle singole gare e la misura che si ottiene, pesando in maniera significativa l’importanza delle gare. Le vittorie di Tamberi agli Europei e in Coppa Europa vengono ritenute meno significative rispetto a quelle di Harrison in Diamond League e questo gap non può essere recuperato sebbene il marchigiano abbia vinto i due scontri diretti nelle competizioni oggettivamente più prestigiosi e rilevanti dell’ultima annata.
Foto: Lapresse