Atletica
Atletica, Lorenzo Naidon e l’avventura nel decathlon: “Ogni seduta dura anche più di 4 ore. Voglio gli Europei”
Negli ultimi anni il nostro Paese ha prodotto numerosi giovani talenti in moltissime discipline. Lo scorso luglio un’altra bella speranza del vivaio tricolore ha stupito gli addetti ai lavori, questa volta nel decathlon, e parliamo di Lorenzo Naidon (classe 1999, tesserato per l’US Quercia Trentingrana di Rovereto ).
Ai Campionati Italiani Assoluti 2023 tenuti a Molfetta nell’ultimo week end di luglio, Lorenzo è diventato il quarto azzurro di sempre a superare gli 8000 punti nel decathlon. In precedenza solo Dario Dester con 8218 punti, Beniamino Poserina con 8169 e Paolo Casarsa con 8056 avevano raggiunto questo importante traguardo. Niente male per un atleta che dal 2017 ha iniziato nel gareggiare nelle prove multiple (nel 2019 l’esordio in azzurro).
Appassionato da bambino di basket (Lebron James e Kobe Bryant i suoi idoli dai quali ha ammirato la loro mentalità) e proveniente da una famiglia di sportivi con il nonno sciatore e genitori pallavolisti, il giovane decatleta si è raccontato in esclusiva a OA Sport, illustrando le sue ambizioni e la sua volontà di migliorarsi ancora, senza aspettative o pressioni. E soprattutto con tanto, tanto lavoro.
Lo scorso luglio ha toccato gli 8090 punti in occasione dei Campionati Italiani Assoluti andati in scena a Molfetta (Bari), prima di lei solo tre italiani ci erano riusciti. Può raccontarci questa gara e la soddisfazione che ha provato?
“La gara di Molfetta la ritengo il coronamento di questi anni di allenamenti e sacrifici, quindi vedere il prestigio dei risultati che uscivano e rispecchiavano quello che avevo preparato negli allenamenti è stata la soddisfazione più grande. La gara in se è stata tosta come tutte nel decathlon, ma grazie alla preparazione che c’è stata dietro ho potuto affrontarla sia con grinta e tenacia che con tranquillità e serenità. Alcuni risultati mi hanno stupito più di altri, come l’asta e il giavellotto, mentre altri, seppur di alto livello, sapevo potevano essere nelle mie corde. Ovvio che la soddisfazione maggiore sia stata riuscire a fare tutti questi buoni risultati in un solo decathlon e con potenzialità anche da migliorare“.
Lei è ancora molto giovane, questo risultato potrebbe metterle pressione in futuro?
“Fin da subito ho realizzato come questo risultato potesse proiettarmi in un ottica di ancor più alto livello e che potesse darmi più opportunità. Non ho mai vissuto la pressione di avere troppe aspettative, e anzi questa gara mi ha fatto realizzare fin da subito quello che posso e potrò fare dentro e fuori dal campo per migliorare ancora e superare altri limiti“.
Tra le prove del decathlon, qual è quella in cui ha le migliori sensazioni?
“Sicuramente negli ultimi anni le mie gare di punta sono diventate gli ostacoli e l’asta, ma riesco a portare sempre punti con i salti, nonostante nell’alto avrei ancora margine essendo la disciplina che praticavo prima di questa. Avendo lavorato tanto sulla velocità anche i 100 e i 400, queste prove stanno diventando buone per me“.
Ci può rivelare qualche particolare sui suoi allenamenti?
“Io in questi anni mi sono sempre allenato dalle 6 alle 8 volte a settimana. 8 quando ero lontano dalle gare e due volte a settimana doppiavo la mattina e pomeriggio. In ottica futura dovrò iniziare a introdurre sempre più allenamenti per riuscire a preparare al meglio ogni aspetto tecnico e puntando anche sulla resistenza alla fatica per i due giorni di gare. Le mie sedute durano dall’ora e mezza anche alle 4 o più ore, dove la maggior parte delle volte inserisco due lavori tecnici (per riuscire a coprire la preparazione di tutte le discipline nella settimana) e spesso alla fine inserisco un lavoro di corsa. Quando gli allenamenti durano di meno è perché faccio “solo” una disciplina ed eventualmente corsa o corro e basta o sono in palestra“.
Su cosa si concentrerà insieme al suo allenatore Alberto Faifer, nei prossimi mesi?
“L’idea è aumentare gli allenamenti per preparar la resistenza al susseguirsi di sforzi fisici e mentali nei due giorni di gara, oltre a ciò inizieremo a valutare cosa c’è da migliorare su aspetti tecnici di alcune gare come anche meccanici per migliorare la qualità dei movimenti e anche prevenire infortuni. Questo lo farò anche insieme al mio preparatore e tecnico di asta Luca Giordani“.
Ha qualche atleta a cui si ispira o lo prende come riferimento?
“Venendo dal basket ho tanti idoli che ammiro soprattutto per la mentalità di lavoro che hanno, come Lebron James e Kobe Bryant, perché rispecchiano la tenacia che metto io nell’allenare questa gara. Nell’atletica ho sempre ammirato il grande Bolt ma quello che mi ha fatto avvicinare e innamorare di questa disciplina è stato Ashton Eaton“.
A proposito di basket, a suo avviso tra la sua disciplina e la pallacanestro vi potrebbero essere dei punti in comune?
“Adoro il basket, essendo stato al centro del mio mondo nella gran parte della mia infanzia e adolescenza, tuttavia non ho mai trovato punti comuni tra i due sport se non per la mentalità che hanno certi giocatori che ho ammirato, ma come possono averla tanti altri di tanti sport diversi che sono poi diventati eccellenti in quello che facevano“.
A conclusione, quali saranno i suoi impegni in futuro?
“Prossimi impegni non sono ancora certi, ma gli obiettivi sono chiari: rientrare, che sia per minimo o per ranking, agli Europei di Roma dell’anno prossimo, passando per meeting internazionali che valuteremo, e da lì rincorrere il sogno dei Mondiali o delle Olimpiadi, che sia l’anno prossimo o ancor più in futuro“.
Foto: US Quercia Trentingrana