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Basket, Victor Wembanyama: “Sarò alle Olimpiadi, non ci sarà altro obiettivo che l’oro”
Victor Wembanyama è l’uomo più atteso in termini di prima scelta al draft NBA dai tempi della Class of 2003 (LeBron James, Carmelo Anthony, Dwyane Wade, per citarne alcuni). E, per certi versi, anche dallo sfortunatissimo Greg Oden nel 2007 (alla fine il ruolo di superstar se l’è preso Kevin Durant, seconda scelta). Il centro francese, che per caratteristiche offre un basket non definibile, ha parlato all’Equipe dopo essersi preso un lungo periodo di assenza sostanziale dai media.
Tra gli argomenti, l’impatto con la vita di San Antonio: “È stata la prima volta nella mia vita che mi sono sentito stanco mentalmente, per tutti gli eventi che si sono succeduti. Nulla di brutto, ma le vacanze, dopo la Summer League, sono state necessarie per poter proseguire con serenità. Mi sono preso del tempo. È la prima volta che appaio sui media da tre mesi. Mi ha fatto bene“.
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Su Canal Plus, in Francia, dall’8 ottobre sarà in onda un documentario, “Un1que”, che parlerà del percorso finora di Wembanyama. Tra i molti argomenti trattati il rapporto con gli ex allenatori: “Mi è piaciuto molto passare del tempo con i miei ex allenatori. Differenze con gli USA? Lo sapevo già, ma posso dire che in Francia siamo indietro rispetto al nostro potenziale. La cosa più vicina che ho avuto qui è stata l’ASVEL. Qui, durante l’allenamento, ci sono quindici allenatori nella stanza. Appena qualcuno cade, in dieci corrono asciugare il sudore. Se vado a tirare alle 7 del mattino, senza dirlo a nessuno, quattro coach sono lì per darti i rimbalzi. Si dorme in palestra. Ma, al di là della differenza economica, in Francia c’è un vero potenziale non sfruttato“.
E c’è anche l’assicurazione circa Parigi 2024, le Olimpiadi di casa, con un’unica cosa nel mirino: “Vincere le Olimpiadi sarebbe un grande risultato. Non ci sarà altro obiettivo che l’oro. Certo che sarò alle Olimpiadi. Ho visto i Mondiali, il risultato è stato molto deludente. Ma non sono preoccupato. Non esprimo giudizi, non ero in squadra. Ritengo che questo non modifichi l’opportunità di fare qualcosa di grande a Parigi l’anno prossimo“.
Foto: LaPresse