Calcio
Cosa aspettarsi dalla nuova Italia di Luciano Spalletti? Tra gioco, concretezza, attacco, difesa e volti nuovi
Questa settimana segnerà un nuovo capitolo nella storia della Nazionale italiana. Chiusa la storia d’amore con Roberto Mancini, con tre anni di idillio e due di malumori, arriva il turno di Luciano Spalletti, che suggella un’ottima carriera costellata di risultati positivi, con la medaglia sul petto di aver riportato il Napoli al trionfo in campionato dopo trentatré anni. Ma quale potrà essere la filosofia della sua Italia?
Già dalla prima conferenza stampa, il tecnico ha mostrato le idee chiare: il 4-3-3 sarà il modulo di partenza, con la possibilità di poter utilizzare il 4-2-3-1 in determinate sfide. In pratica, la filosofia del suo Napoli delle ultime due stagioni. Così come fatto da Mancini, l’obiettivo di Spalletti sarà quello di proporre un gioco brillante e che possa far reinnamorare tutti i tifosi.
Possiamo dunque aspettarci una squadra che possa giocare perlopiù palla a terra, risalendo il campo facendo girare velocemente il pallone e provando ad essere il prima possibile nella metà campo offensiva, con le due ali che possono fare da veri e propri registi avanzati. Molto passerà però dal centrocampo, definito dallo stesso Spalletti come uno dei più competitivi in tutta Europa.
Dalle prime convocazioni, si è visto come il nuovo CT abbia voluto chiudere un capitolo. Addio a Bonucci, Verratti e Jorginho, rientrano in auge nomi che negli ultimi tempi Mancini aveva ignorato. Come ad esempio la coppia dei centrali della lazio composta da Nicolò Casale e Alessio Romagnoli, il reintegro di Manuel Locatelli in mezzo al campo e lo spazio concesso finalmente a Mattia Zaccagni e Nicolò Zaniolo. Ma i giochi non sono ancora fatti: Immobile e Retegui si giocano al momento la maglia numero 9, ma attenzione a Scamacca che potrebbe aver trovato a Bergamo l’ambiente giusto per tornare a brillare. Ma per ora sono congetture, da sabato sapremo di più.
Foto: LaPresse