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F1, due Red Bull fuori dalla Q3 cinque anni dopo. E Singapore è una pista non ideale per le rimonte: a rischio l’en plein?

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Max Verstappen

Achille ha lasciato scoperto il proprio tallone. Tutti lo sanno e tutti lo hanno visto. Resta solo da capire se ci sarà un Paride in grado di scoccare la freccia capace di centrare in pieno l’unico punto vulnerabile di una monoposto apparentemente inattaccabile, ponendo così fine alla sequenza vincente di Max Verstappen e della Red Bull.

Le RB19 non sono affatto entrate in sintonia con il tracciato di Singapore. Anzi, hanno attraversato le forche caudine, venendo eliminate nel Q2. La traversata non è ancora finita, domani rischia di arrivare il peggio. Il Cannibale partirà dal centro della griglia. Il suo bistrattato compagno di squadra non è messo meglio e scatterà a sua volta dal ventre molle dello schieramento.

Ironia della sorte, è stata un’Alpha Tauri a impedire a Verstappen di prender parte al Q3. Il “fuoco amico”, rappresentato da soli 7 millesimi, porta la firma di Liam Lawson, messo sull’AT04 al posto dell’infortunato Daniel Ricciardo, a sua volta salito su una monoposto satellite per sostituire Nyck de Vries. Sembra di vedere un parallelismo in Jean-Louis Schlesser, il quale corse a Monza nel 1988 in vece di Martin Brundle, chiamato per rimpiazzare temporaneamente l’indisposto Nigel Mansell. Sì, perché se 35 anni fa fu Schlesser a impedire, involontariamente, la stagione perfetta della McLaren, oggi potrebbe essere Lawson a recitare una parte significativa nel vanificare l’en plein Red Bull.

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Vero che nel 2022 abbiamo visto Verstappen vincere scattando dal 14° posto, ma era a Spa-Francorchamps, dove i sorpassi sono agili. L’olandese quest’anno è arrivato secondo a Jeddah (dietro a Perez) partendo 15°. Però ebbe un problema tecnico in qualifica e in Arabia Saudita la Red Bull era dominante. Non è così a Singapore, contesto che non perdona.

Di 11 edizioni del GP, solo una è stata vinta da chi non si è qualificato tra i primi cinque. Quella del 2008, quando Renault ebbe la cinica, spietata, sportivamente folle, ma geniale idea di far schiantare Nelson Piquet jr. nel momento giusto per fare entrare la safety car e consentire a Fernando Alonso di beneficiare di un “incidente pilotato”. La strategia, per quanto molto discutibile, ebbe successo.

Di sicuro Red Bull non può fare altrettanto. Siamo alla vigilia della dissoluzione del sogno di “Stagione perfetta”? Sì, le probabilità di assistere a un copione diverso dalle monotone recite del 2023 sono altissime. Il Drink Team ha vinto 24 delle ultime 25 gare. Non viene battuto dal 13 novembre 2022, quando George Russell trionfò a Interlagos. Quel George Russell che è in prima fila, in mezzo alle due Ferrari…

Foto: La Presse

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