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F1, Ferrari: non è una vittoria di Pirro! Passi avanti negli ultimi GP, buone indicazioni per la macchina del 2024

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Ferrari F1

“Carramba che sorpresa!” verrebbe da dire, parafrasando il titolo di un noto programma televisivo di successo di fine anni ’90 condotto da Raffaella Carrà. Vuoi perché, almeno oggi, lo spagnolo è la lingua ufficiale di Maranello; vuoi perché trovare una Ferrari così competitiva a Singapore non era affatto scontato. Una magia? No di certo, in F1 possono esistere i trucchi, ma anche quelli sono studiati. Non si inventa nulla dall’oggi al domani.

Il dato più eclatante è che la SF-23 scesa in pista a Marina Bay è praticamente la stessa inguidabile di Zandvoort, eccezion fatta per il differente assetto aerodinamico. Non è però questo il segreto che ha permesso la metamorfosi di una monoposto nata male, ma forse raddrizzata strada facendo. Si è lavorato tantissimo sulle mappature della power unit, rendendole più armoniche, in maniera tale da evitare di massacrare gli pneumatici posteriori.

Capire come erogare al meglio la potenza ha consentito di eliminare la criticità legata all’eccessivo degrado delle gomme. In questo modo sono stati colti due piccioni con una fava. Più cavalli a disposizione e, al contempo, meno grattacapi legati all’usura delle coperture. Insomma, il più grande male della monoposto corrente sembrerebbe essere stato curato.

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Il termine “vittoria di Pirro” si riferisce a una battaglia vinta a un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto da far sì che l’esito strategico dello scontro sia comunque sfavorevole. Un successo nell’immediato, però fine a sé stesso e per di più propedeutico a una sconfitta nel lungo periodo. Non si direbbe il caso di Singapore, perché il duro lavoro compiuto per innalzare la competitività della vettura 2023 è stato pensato in ottica 2024, anno per il quale i ferraristi possono ora lecitamente coltivare la speranza di rivedere la Rossa in lotta per il Mondiale.

Foto: La Presse

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