Formula 1

F1, Leo Turrini: “Singapore come Medjugorje per la Ferrari. Ho incontrato Newey a Sassuolo…”

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Leo Turrini è una delle figure di riferimento per quanto riguarda il mondo della F1 in Italia. La sua grande esperienza, la sua conoscenza e la vicinanza all’ambiente Ferrari ne fanno una delle voci più autorevoli in materia. Nell’ultima puntata di Sport2Day, condotto da Beatrice Frangione, Turrini ha trattato dei temi di attualità del Campionato di Formula 1, partendo dalla difficile situazione di Sergio Perez in Red Bull, fino ad arrivare al sempre più acceso dualismo tra i piloti di casa Ferrari.

“Io credo che Perez stia vivendo la ‘sindrome di Sancho Panza’, o ‘del Sergente Garcia’, che cercava disperatamente di catturare Zorro senza riuscirci. Sicuramente è una crisi d’identità, perché il messicano aveva iniziato molto bene, vincendo due gare delle prime quattro. Si conferma molto difficile essere il compagno di squadra di un fenomeno, come era stato per Berger con Senna, per Barrichello con Schumacher, per Bottas con Hamilton. Perez ha perso fiducia in se stesso, vedremo se sarà in grado di rilanciarsi nelle gare che restano”.

“Verstappen appartiene ad una cerchia ristrettissima di fuoriclasse che segnano una generazione. Quindi bisogna dare atto a Perez di avere un compagno irraggiungibile. Ovviamente qui si sta andando oltre, perché mentre Verstappen vince sempre, Perez non entra in Q3, oppure commette una sciocchezza. Per questo credo sia una crisi d’identità, la squadra può aiutarlo. ma ha bisogno di aiutarsi da solo”.

Poi la conversazione vira sul calo, sempre più evidente. di Alonso e della Aston Martin: “La ‘verdona’, come io chiamo la Aston Martin, era stata un po’ come il viagra per Fernando Alonso. Dopo diverse stagioni da comprimario, lo spagnolo aveva fatto nella prima parte del campionato delle ottime cose. Poi però Aston Martin non è stata in grado di progredire e di sviluppare e questo li ha lasciati molto delusi. Non si aspettavano questo declino e non so fino a che punto abbiano influito le nuove direttive. Sicuramente però con i soldi che ha investito Stroll e con la struttura creata, tutti ci aspettavamo qualcosa in più, che la macchina potesse essere competitiva fino alla fine”.

Traiettoria inversa quella intrapresa dalla McLaren: “La McLaren è invece una storia molto bella. Ad inizio campionato erano in fondo ed ora va spesso sul podio. Questo vuol dire che, nonostante l’impossibilità di fare test in pista e il congelamento dei motori, lavorando si può fare un salto di qualità. McLaren non è ancora in grado di battere Verstappen. ma la crescita è evidente. Hanno lanciato un segnale che deve essere colto anche da altri, Ferrari in primis”.

In chiusura, Turrini si concentra sulla situazione in casa Ferrari: “Io credo che Singapore sia stata un’apparizione un po’ come a Medjugorje, una luce che si è accesa nel buio. Ne avevamo tutti bisogno dopo un dominio così devastante della Red Bull, ma sinceramente non mi aveva creato illusioni. Ho capito che la nuova direttiva sul fondo delle auto e delle ali non poteva avere avuto grande peso quando il sabato di Suzuka mi sono imbattuto in Adrian Newey a Sassuolo ad un raduno di auto storiche. Beffa delle beffe, guidava una Ferrari. Se era lì, invece di essere in Giappone, non poteva essere vero che le nuove direttive avessero creato problemi a Red Bull, ed infatti poi si è visto”.

Infine, sul rapporto tra i due piloti della rossa: “Intanto bisogna dire che sarebbe bello che i due ‘Carli’ si potessero scannare per la vittoria e non per un piazzamento. Poi è evidente che si sia creata una situazione nuova a Maranello: quando Sainz è arrivato, Leclerc era già nell’ambiente da un po’ ed aveva praticamente le chiavi di casa in scuderia. Tutti abbiamo pensato che il monegasco non avrebbe avuto alcun problema nel confronto con lo spagnolo. Invece bisogna prendere atto che, forse per le difficoltà della macchina o per una motivazione un po’ calata, Sainz va altrettanto forte. Se in due tracciati così diversi, come Singapore e Monza, la pole la fa Sainz, è normale che a Leclerc si gonfi il fegato e che inizi a farsi qualche domanda”.

“Io escludo che Leclerc e Sainz possano essere influenzati da ciò che appare sul web e sui social. Poi certo, sono due uomini giovani e fanno parte di un universo comunicativo particolare e sicuramente diverso da quello degli uomini della mia età e dovranno essere bravi a gestire questa cosa. Dovrà essere bravo anche Vasseur a gestire entrambi. Io ripeto: la speranza è che i due si possano scontrare per un risultato più ambizioso di quanto accada oggi. Ovviamente i due non potranno essere felici in contemporanea, ma è molto interessante vedere come finirà il campionato. In palio non c’è nulla, ma anche in vista della prossima stagione sarà molto interessante vedere chi finirà davanti in classifica”.

LA VIDEO INTERVISTA A LEO TURRINI

Foto: LaPresse

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