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Ginnastica e cultura fisica

Ginnastica ritmica, Emanuela Maccarani difesa dall’accusa: semplice ammonizione. “Coscienza tranquilla, ferita eterna”

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Emanuela Maccarani

Michele Rossetti, procuratore federale della ginnastica, ha chiesto “una semplice ammonizione scritta” nei confronti di Emanuela Maccarani, “perché non vi è prova di comportamento vessatorio“. La sentenza è poi arrivata nel pomeriggio: “La sanzione dell’ammonizione per la Maccarani consiste in una nota di sollecito scritto ad essere più attenta in futuro“. Questa la decisione al termine del caso abusi nella ginnastica ritmica, scoppiato in termini mediatici un anno fa e che oggi ha nei fatti visto il suo epilogo sportivo. L’allenatrice delle Farfalle era stata accusata di abusi da parte di alcune atlete, tra cui Anna Basta. Il procuratore ha affermato che Emanuela Maccarani ha avuto un “eccesso di generosità” proprio nei confronti di Anna Basta perché invece di “dirle di andare a casa e lasciare lo sport” ha provato a recuperarla quando era in difficoltà, provocandole dei disagi.

L’avvocato Livia Rossi, procuratrice aggiunta dal Coni allo staff della Federginnastica che rappresenta l’accusa contro Maccarani e la sua assistente Olga Tishina (per cui è stata richiesta l’assoluzione), ha affermato che “dalle indagini e audizioni svolte, il quadro probatorio esce fortemente ridimensionato” e ha condiviso anche il “preambolo della memoria difensiva” perché questo sport richiede “la massima abnegazione e dei requisiti di natura fisica e tra questi c’è anche il peso, con la capacità di reggere lo stress elevato da parte delle atlete“.

Livia Rossi ha proseguito: “Le atlete che hanno denunciato la Maccarani l’hanno fatto parecchio tempo dopo aver lasciato la loro attività e di questo ne dobbiamo tenere conto.La Corradini non è mai stata allenata dalla Maccarani e non ricorda particolari vessazioni a parte alcune frasi e all’atto concreto non è stata capace di raccontare di atti vessatori limitandosi a citare “un clima pesante” senza evidenziare comportamenti concreti. Anna Basta ha una caratura atletica superiore a quella della Corradini ma anche lei ha attraversato una crisi, probabilmente dovuta al Covid e probabilmente al fatto di non saper mantenere il peso. Io credo ci sia stata una particolare attenzione su di lei per farla recuperare e che forse lei ha vissuto come un’offesa o forse o una persecuzione lo stimolo della signora Maccarani. Io non vedo comunque un deliberato intento delle allenatrici di influire negativamente, anzi forse era l’opposto. Capisco la sensazione di sconcerto, rabbia e dispiacere delle atlete per non aver raggiunto un obiettivo, che forse cerca una giustificazione al motivo dell’errore. È stata superata la linea sottile e lo è stato fatto deliberatamente? Se commettiamo errori creiamo una generazione di persone incapace di confrontarsi con le frustrazioni della vita perché gli strumenti per reagire alle contrarietà devono essere trovati in se stessi“.

Il procuratore capo Michele Rossetti si è soffermato su un altro aspetto:La mia valutazione aderisce a quella della collega Rossi: noi abbiamo lavorato velocemente e forse a causa dei tempi stretti abbiamo perso degli elementi. Abbiamo dovuto inseguire le prove sulla base di articoli di giornali, che hanno parlato quasi di abusi e torture, e non di denunce che da noi non sono arrivate. All’esito di queste indagini emerge un quadro molto ridimensionato. Maccarani aveva piena responsabilità del Centro di Desio che ha come unica responsabilità quella di vincere le gare. Mi sembra di poter affermare che non sono emersi atti o prove sufficienti compiuti da parte della signora Maccarani di essere andata oltre per poter ottenere la vittoria. Primo, perché se le atlete fossero state stressate non avrebbero vinto. Secondo, se qualcuno avesse davvero scoperchiato il meccanismo perverso, l’attuale squadra avrebbe avuto un’occasione d’oro di ribellarsi e invece è accaduto il contrario“.

Una volta giunta la sentenza, Emanuela Maccarani si è espressa in questo modo: “Sono stati undici mesi difficili e dolorosi. Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita, ma la mia coscienza resta tranquilla: infatti mi ha permesso di lavorare in questi mesi. Tra l’altro, l’udienza era aperta quindi i fatti sono stati esposti con chiarezza“.

Foto: Photo LiveMedia/Valerio Origo

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