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‘Maurizio racconta…’: riportiamo a casa gli oriundi sparsi nel mondo. Una risorsa contro la denatalità

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Joe La Sorsa

I MIGLIORI DELLA SETTIMANA

Voto della settimana per l’Italia: 6,5
Atleta della settimana (uomo): Riccardo Pianosi (vela)
Atleta della settimana (donna): Assunta Scutto (judo)

E’ stata una settimana con due titoli europei ottenuti (uno a squadre e l’altro in gara olimpica), ma anche con tante delusioni, forse troppe. Incominciamo da queste ultime: la caduta di Pecco Bagnaia in MotoGP, la mancata qualificazione del volley femminile alle Olimpiadi (ma con la probabile àncora del ripescaggio tramite ranking), le cadute di Pippo Ganna ed Elisa Balsamo quando erano in lotta per il titolo europeo della corsa in linea, la beffa del Team Mixed Relay superato proprio in extremis dalla Francia, il nefasto Mondiale di lotta disputato dai nostri colori a Belgrado. Tutte beffe atroci, che speriamo non compromettano il futuro soprattutto del Mondiale MotoGP e della possibilità di ritrovare una squadra rosa di volley capace di giocarsi i metalli fra un anno a Parigi.
Dopo aver consegnato all’Italia un posto nazione per Parigi 2024 ai Mondiali in Olanda, Riccardo Pianosi è il nuovo campione d’Europa della classe Formula Kite. Un campionato stra-dominato dal diciottenne marchigiano, che ha confermato il primo posto delle opening series vincendo anche la finale. Nel judo, invece, la ventunenne Scutto – nonostante non fosse al top della forma – ha vinto il Grand Slam di Baku nei 48 Kg, dando un’altra prova della sua maturazione e dimostrando che nessun traguardo le sarà precluso a Parigi 2024. Sono loro due i migliori della settimana in casa Italia! Sui tatami dell’Azerbaijan, inoltre, da evidenziare l’argento di Alice Bellandi nei 78 Kg e i due bronzi di Odette Giuffrida (52 Kg) e Antonio Esposito (81 Kg).
L’altro titolo europeo è stato conquistato dalla nazionale maschile di beach soccer, laureatasi ad Alghero campione continentale per la terza volta nella storia. Una finale emozionante, vinta all’ultimo respiro dai ragazzi del CT Emiliano Del Duca contro i tradizionali rivali iberici. Quinte invece le donne. Mondiale di canoa slalom ampiamente positivo per gli azzurri, con il “pieno” di pass ottenuto dalle quattro barche, ma anche tanto rammarico soprattutto per Stefanie Horn: due medaglie sfuggite per tanta sfortuna (ribaltamento quando si involava verso la finale nel cross e tocco di palina nel K1 all’ultima porta). Storico invece il bronzo di Ceccon nel C1 maschile.
Continuano gli Europei di tiro a volo in Croazia, e questa volta tocca al trap fare la voce grossa: Mauro De Filippis e Silvana Stanco hanno chiuso al secondo posto le gare individuali, mentre Jessica Rossi/Massimo Fabbrizi hanno vinto l’oro nel Mixed Team. Nel nuoto di fondo Mario Sanzullo ha vinto il circuito di Coppa Len, mentre Arianna Bridi è finita seconda in classifica generale.
Negli altri sport di squadra, bene l’esordio del nuovo CT Soncin nel calcio femminile, capace di espugnare il difficile campo della Svizzera in Nations League. Bella reazione d’orgoglio del rugby maschile in Coppa del Mondo contro l’Uruguay: con un parziale di 31 a 0 hanno rimesso le cose a posto. Ora ci aspetta il proibitivo compito contro la Nuova Zelanda, ma chissà che in questo torneo pieno di sorprese non ribalteremo i pronostici..

GLI ORIUNDI SPARSI NEL MONDO UNA RISORSA DA NON DISPERDERE

Dopo la disfatta della lotta azzurra (spesso con sconfitte prima del tempo limite per inferiorità tecnica) la scorsa settimana ai Mondiali seniores di Belgrado, con zero medaglie e neanche un pass per Parigi 2024, mi sono fatto questa domanda: non sarebbe meglio, in certi sport, far maturare e crescere nel nostro territorio gli oriundi, invece di naturalizzare gli stranieri? Ricordiamo che fuori dai confini del Bel Paese esistono circa 60 milioni di cittadini italiani di seconda, terza e quarta generazione (praticamente un’altra Italia!) che, nonostante siano nati all’estero, grazie alla legge 91/92 dello “ius sanguinis” (diritto per cui un individuo ha la cittadinanza di uno Stato se uno dei propri genitori o entrambi ne sono in possesso) sono italiani a tutti gli effetti.
A parte Frank Chamizo (che oltre ai meriti sportivi possiede anche la cittadinanza per matrimonio), i vari Kabaloev, Kakhelashvili, Honis non hanno quasi mai apportato lustro alla maglia azzurra. Possiamo capire che ci siano sport (come in effetti la lotta) dove la base da cui attingere è molto ristretta, ma non sarebbe meglio in questi casi portare i migliori giovani oriundi sul nostro territorio e metterli in condizione di gareggiare per qualcosa di importante? E’ pur vero che ci sono casi in cui – anche se oriundi – certi atleti preferiscano vestire la maglia del paese natale piuttosto che l’azzurro (il miglior esempio lo costituisce Banchero nel basket). Peraltro molto spesso il senso di appartenenza di questi figli di immigrati italiani è fortissimo: ricordate l’esultanza di Joe LaSorsa nell’ultimo World Baseball Classic? In questo senso, qualcosa si muove e nel recente Trofeo CONI in Basilicata (atleti nella fascia 10-14 anni) hanno gareggiato anche i ragazzi delle comunità italiane all’estero di Stati Uniti, Brasile, Canada e Venezuela. Tuttavia, bisogna destinare più tempo e risorse per queste comunità. Magari monitorando i talenti tramite ‘scout’ dislocati nei vari continenti e offrendo ai migliori di spostarsi in Italia (nei vari centri federali), affinché possano studiare ed allenarsi. Per aiutarli a compiere un sogno: vestire un giorno la maglia azzurra. Noi non abbiamo i territori d’Oltremare come Francia o Gran Bretagna, ma certamente gli oriundi sono una grande risorsa che non possiamo disperdere, soprattutto per noi che siamo tra le nazioni con il più basso indice mondiale di natalità.

Maurizio Contino

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Foto: FIBS

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