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MotoGP, Dani Pedrosa è lo “Spirito del Natale Passato”. Il 4° posto di Misano è un monito per tutti i contemporanei

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La Ktm esce dal Gran Premio di San Marino con un onorevole 4° posto conquistato con… il proprio collaudatore! Dani Pedrosa ha difatti accarezzato lo stupendo pensiero di salire sul podio, mentre i titolari Brad Binder e Jack Miller accarezzavano solo l’asfalto e la ghiaia.

D’accordo, il sudafricano non si merita questa frecciata, essendo incappato quest’oggi nel primo errore del 2023. Tuttavia, non passa inosservata la dinamica rappresentata dal vedere un trentottenne che ormai gareggia part-time fare meglio di compagni d’avventura di dieci primavere più giovani. Quali conclusioni si possono trarre da tutto ciò? Il discorso, per di più, può essere ampliato all’intero livello medio della MotoGP.

Prima di abbandonarsi a facili sensazionalismi e giudizi tranchant relativi a quanto sia scadente il parco piloti contemporaneo, bisogna ricordarsi di un fatto. Pedrosa è una mosca bianca. Chi viene chiamato a sostituire un infortunato, oppure viene aggiunto come wild card, generalmente recita una parte da comparsa. I vari Stefan Bradl, Michele Pirro, Danilo Petrucci, Iker Lecuona, Jonas Folger e Lorenzo Savadori non si sono certo espressi come il veterano di Sabadell ha saputo fare sia a Jerez (7°) che oggi (appunto, 4°).

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Partiamo dal presupposto che, con tutto il rispetto per i sei appena citati, Pedrosa resta un pilota di rango superiore. Verosimilmente il più forte di sempre a non aver vinto un Mondiale. Il “manico” non manca, dunque. L’età, prima o poi, presenta però il conto a tutti. Valentino Rossi, per esempio, ha smesso perché era scoccata la mezzanotte del suo orologio biologico. Vero che il Dottore ha detto basta una volta superati gli “anta”, mentre a Dani mancano ancora un paio d’anni alla fatidica soglia. Però sarebbe capzioso fare le pulci sui giorni e i mesi. Qui si cerca di analizzare una situazione anomala, quella di un grande veterano che si presenta una tantum e porta a scuola quasi tutti gli avversari venuti dopo di lui.

La spiegazione, forse, può essere ricercata nelle parole di Binder dopo la Sprint di sabato. Il sudafricano, ha seguito a lungo il compagno di box, osservandolo attentamente. Alfine ha tenuto a sottolineare quanto sia pulito il suo stile di guida e quanto sia impressionante non vederlo mai uscire dalla traiettoria ideale.

Evidentemente queste qualità, nelle quali l’iberico è sempre stato un’eccellenza, pagano oltremodo nella MotoGP di oggi. Anzi, pagano al punto tale da consentire a Pedrosa di tornare di quando in quando, ricordando a tutti quanto è stata dura lottare con fuoriclasse del calibro di Rossi, Casey Stoner e Jorge Lorenzo. Altresì, Dani con le sue performance rammenta a tutti i contemporanei quanta pastasciutta debbano ancora mangiare prima di potersi sedere allo stesso tavolo dei tre succitati.

Foto: Valerio Origo

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