MotoGP
MotoGP, domenica l’ultimo GP del Giappone con Marc Marquez in sella a una Honda?
Per la MotoGP, il weekend a cavallo dei mesi di settembre e ottobre non propone un appuntamento banale. Al di là del fatto che nessun Gran Premio può esserlo in un momento in cui la lotta per il titolo è infuocata, siamo alla vigilia del Gran Premio del Giappone, ovvero l’evento di casa per due aziende in crisi acuta. Honda (peraltro proprietaria del circuito di Motegi) e Yamaha.
HRC e la Casa di Iwata sono indiscutibilmente state seminate dalle concorrenti europee sul piano della competitività e dello sviluppo. Un fatto clamoroso, considerando come per decenni siano stati proprio i nipponici a dettare legge sotto questo aspetto. Eppure, il vento è inopinatamente cambiato. L’Ala e i Tre Diapason erano abituate a sfidarsi per i Mondiali. Oggi, invece, non possono fare altro che guardare alla bagarre tutta interna a Ducati, dovendosi accontentare di raccogliere quanto viene lasciato sul piatto dalle rivali del Vecchio Continente.
In questo 2023 abbiamo assistito a gare in cui le moto giapponesi si sono ritrovate a fondo griglia. Non è stato così in India, dove si è rivista una discreta competitività. Tempismo provvidenziale, perché vivere un Gran Premio di casa da comparse sarebbe uno smacco tremendo. Honda e Yamaha si avvicinano a Motegi consce di doversi reggere in piedi, poiché le rispettive punte di diamante ormai non nascondono più la loro insofferenza.
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Fabio Quartararo ha, di fatto, perso un anno. Il podio di New Delhi e la battaglia finale con Jorge Martin dimostrano come classe e motivazioni siano intatte. È la moto a non sostenerle. Il francese continua a strigliare la Casa di Iwata, allo scopo di capire se può avere un futuro con essa, oppure se sia il caso di volgere lo sguardo altrove. Nel 2024, El Diablo correrà sicuramente in sella a una M1. Per il 2025 si vedrà.
Viceversa, non è detto che Marc Marquez monti a bordo di una RC213V anche il prossimo anno. Lo spagnolo ha un contratto anche per la stagione ventura, ma il rapporto con Hrc è ormai logoro. In estate, dietro le quinte e con l’appoggio di Red Bull, si è provato a imbastire un clamoroso trasferimento alla Ktm. L’operazione, troppo complicata, è andata in fumo. Cionondimeno, il trentenne spagnolo prosegue a volgere le spalle all’azienda con cui corre da sempre.
Il flirt con Gresini è conclamato. Mollare una Honda ufficiale in favore di una Ducati clienti rappresenterebbe un autentico schiaffo all’Ala, che però ha un orgoglio e una statura tale da potersi permettere di dire “vuoi andartene? Vai”. Anche se questo significherebbe dover affrontare il 2024 con un parco piloti composto dal derelitto Joan Mir, dall’inconsistente Johann Zarco, dall’acerbo Iker Lecuona e dal volenteroso (ma limitato) Takaaki Nakagami. Il tutto in attesa di ristrutturarsi per il 2025, cercando di attirare una stella diversa da El Trueno de Cervera. Magari proprio quel Quartararo di cui sopra.
Quello di domenica potrebbe essere l’ultimo Gran Premio del Giappone con Marc Marquez in sella a una Honda. Cosa aspettarsi dalla coppia che nel decennio scorso ha spadroneggiato, ma ora è ai ferri corti? Sul tracciato di casa, la RC213V può farsi valere più di altrove. Anzi, deve farsi valere più di altrove. È una questione di onore e prestigio. MM93 e Hrc sono separati in casa. Motegi potrebbe essere il bivio che indirizzerà definitivamente il duo verso la riappacificazione o verso il divorzio.
Foto: Valerio Origo