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MotoGP, GP San Marino 2023. La ‘maledizione’ di Misano, dove nessuno ha ancora vinto con due moto diverse

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L’autodromo di Misano Adriatico è entrato nel calendario del Motomondiale a inizio anni ’80. Nella sua “vita precedente”, sviluppatasi fra il 1980 e il 1993, ha ospitato 5 edizioni del Gran Premio delle Nazioni, 2 del Gran Premio d’Italia e 3 del Gran Premio di San Marino. Dopodiché, nella sua attuale esistenza, il tracciato è diventato palcoscenico esclusivo del GP del Monte Titano a cui vanno aggiunti un paio di Gran Premi di Emilia Romagna.

Ebbene, a dispetto delle diverse denominazioni degli eventi organizzati, delle dissimili epoche storiche e delle moto difformi, tra 500cc e MotoGP a Misano Adriatico vige una costante. Nessuno è mai stato in grado di imporsi con due marche differenti. Si tratta di una dinamica singolare, che non ha risparmiato nessuno e talvolta ha assunto i contorni di autentica “maledizione”.

Per esempio, nel 1989 ci potrebbe provare Eddie Lawson, vincitore nel 1985 e nel 1986 con Yamaha e poi trasferitosi alla Honda. Però, quell’anno, si verifica un evento clamoroso. Il GP viene interrotto da un diluvio e i piloti di punta si rifiutano di ripartire, ritenendo troppo viscido e pericoloso il vetusto asfalto steso sul tracciato. La gara ricomincia, ma si tramuta in una farsa dominata da Pierfrancesco Chili, che rompe (non senza polemiche) il fronte dei big e si presenta in griglia insieme a una serie di carneadi. Lawson salirà poi sul podio nel 1991 in sella alla Cagiva. Sarà un’impresa, ma non una vittoria.

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Nell’epoca contemporanea, Casey Stoner si impone nel 2007 con Ducati, ma nel suo biennio con Honda gliene capitano di tutti i colori. Nel 2011 si arrende, letteralmente, a Jorge Lorenzo. A ben guardare è l’unica sconfitta dell’australiano, che quell’anno conquista il suo secondo titolo iridato, all’interno di un trionfale filotto estivo. Nel 2012 addirittura non può correre a causa dei postumi dell’infortunio alla caviglia patito a Indianapolis.

Valentino Rossi primeggia due volte con Yamaha (2008, 2009), ma sappiamo come la sua esperienza in Ducati sia stata negativa. Cionondimeno, va rimarcato come nel 2012 sfiori il colpaccio. Il Dottore arriva secondo, seppur beneficiando di una serie di circostanze fortunate. È il miglior risultato raccolto dal fuoriclasse di Tavullia con la Casa di Borgo Panigale. Dopodiché, VR46 passerà per primo sotto la bandiera a scacchi nel 2014, tornato però a bordo di una moto di Iwata.

A proposito del già citato Lorenzo e di Yamaha. Il maiorchino si afferma tre volte consecutive (2011, 2012, 2013) e corre da protagonista anche con Ducati. Tuttavia, la “maledizione” si fa davvero sentire. Nel 2017 sta dominando sotto l’acqua, ma vola fuori pista da solo, servendo su un piatto d’argento il successo a Marc Marquez. Nel 2018, poi, si stende al penultimo giro, durante una feroce bagarre per la vittoria con il compagno di squadra Andrea Dovizioso.

Anno del Signore 2023, c’è qualcuno in grado di sfatare il tabù? L’unico nome è quello di Maverick Viñales, impostosi nel 2020 in sella alla Yamaha e ora trasferitosi all’Aprilia. Top Gun non ha mai primeggiato con la Casa di Noale, inchinandosi al compagno di squadra Aleix Espargarò negli ultimi giri del GP di Catalogna. Quanto sarebbe clamoroso se capitasse proprio a Misano, domenica?

Foto: Valerio Origo

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