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MotoGP, questo Jorge Martin ora fa paura per il Mondiale. Non cade più, vince ed è diventato solido

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Oramai lo si può dire, Jorge Martin è riuscito a evolvere nella versione 2.0 di sé stesso. Per riuscirci ha mantenuto tutti i pregi originari, aggiustando qualche bug nel proprio “sistema operativo”. I punti di forza erano e restano un talento fuori dal comune e la capacità di esprimersi, di tanto in tanto, a un livello inarrivabile per qualsiasi avversario. Si tratta di due fondamentali colonne portanti nella costruzione di un titolo mondiale.

I “glitch” sistemati sono invece le cadute, provvidenzialmente eliminate dal repertorio del venticinquenne madrileno. Quante volte si è detto, nell’ultimo biennio, “Martin ha il potenziale per essere un top rider, ma ha il brutto vizio di finire troppo spesso per terra”. Difatti lo spagnolo veniva considerato un centauro tanto veloce quanto inconcludente. A onore del vero, bisogna sottolineare come il 2022 sia stato condizionato da qualche acciacco di troppo.

Eppure, l’iberico è stato il “grande bocciato” dello scorso anno. In tanti davano per scontato che Ducati avesse scaricato Jack Miller per fare spazio proprio a Martin nel Team Factory. Il piano, in effetti, era quello. Però la prepotente deflagrazione di Enea Bastianini e qualche passaggio a vuoto di Jorge, hanno fatto sì che l’iberico rimanesse dov’era. In Pramac. Con un trattamento da ufficiale, beninteso, ma pur sempre in una struttura satellite.

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Il Martinator del 2023 è viceversa molto più solido di qualsiasi versione passata. C’è ancora una certa incostanza di rendimento. Però se gli acuti sono rimasti invariati, le stecche sono sparite. Magari si assiste a qualche performance opaca, che porta comunque in dote 10-11 punti e gli consente di restare a galla nella rincorsa al titolo. Al riguardo, il madrileno è ormai assurto al ruolo di “Sfidante di Bagnaia”, mentre Marco Bezzecchi sta venendo relegato alla parte di “terzo incomodo”.

Domani questo Martin può, anzi, deve vincere. Sta benissimo, ha trovato una sintonia perfetta con Misano e sa che sia Pecco, sia Bez non sono al 100%. Con queste premesse, la versione 2.0 del madrileno non può lasciarsi sfuggire un’opportunità del genere per ridurre l’angolo della forbice tra sé e il battistrada iridato. Dovesse riuscirci, lo scopo sarà quello di lanciare concretamente il proverbiale “guanto di sfida” nella lunghissima e intensissima trasferta in Estremo Oriente.

Foto: Valerio Origo

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