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Pagelle Italia-Porto Rico 73-57, Mondiali basket 2023: Tonut-Melli-Ricci, il trio che porta gli azzurri ai quarti

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Stefano Tonut

Italia ai quarti di finale. Dopo 25 anni, si torna ad affrontare il novero delle migliori 8 in chiave iridata. Porto Rico esce sconfitta da quello che è un vero e proprio spareggio, gli azzurri riescono a riprendersi un posto al sole che mancava da troppo tempo. Di seguito le pagelle dei 12 tricolori.

PAGELLE ITALIA-PORTO RICO MONDIALI BASKET 2023

TRA LE MAGNIFICHE 8! L’Italia batte Porto Rico e torna ai quarti dei Mondiali di basket 25 anni dopo!

Spissu 6: il discorso è spesso lo stesso. Alcuni buoni canestri, 8 punti, 4 rimbalzi, 6 assist, ma anche qualche amnesia e tre falli. Con lui in campo l’Italia tende a soffrire, tant’è che il suo plus/minus è di -7.

Tonut 7,5: strepitoso il primo quarto, con 10 punti in un amen, ma anche il resto della partita lo vede sempre protagonista sui due lati del campo. 7/10 totale con 7/9 da due, a testimonianza della sua grande capacità di attaccare il ferro, di trovare delle soluzioni, di seminare guai nella metà offensiva.

Melli 7,5: badare solo ai sette punti, in questo caso, significa non capire l’importanza di un giocatore come lui, che sa come si guida una squadra. 12 rimbalzi, presenza sotto canestro viva e costante, crea spazi, in difesa non fa passare praticamente nulla.

Fontecchio 7: in questo caso i numeri non parlano di una giornata paradossale, che gli potrebbe valere tranquillamente sia il 6,5 che il 7. Vero, raggiunge la doppia doppia con 12 punti e altrettanti rimbalzi, ma è altrettanto vero che a lungo non riesce a incidere. Il suo merito è però quello di indicare la via agli azzurri attaccando il ferro nel momento in cui l’Italia va sotto nel punteggio.

Ricci 7,5: per lui vale il coro che gli fanno durante le interviste, “Pippo Ricci segna per noi”. Chirurgico quando deve, fattore nella metà campo offensiva, chiude con 15 punti, molti dei quali decisivi per dare all’Italia respiro sia nella fiammata a cavallo tra gli ultimi due quarti che quando si tratta di chiudere. I suoi ultimi 14 minuti: 3/3 da due, 2/2 da tre.

Spagnolo sv: per lui soli 18 secondi, ma un pensiero in ragione della morte del nonno materno. E la carica data nel prepartita con l’aneddoto raccontato da Gianmarco Pozzecco in sede di interviste.

Polonara 5: il problema qui è identico a quello espresso nei giorni precedenti. Le sue capacità non si discutono, la sua resa nelle Filippine sì. 0/4 in 13’55”, a un certo punto smette quasi di guardare il canestro, come ad averne paura. Si ribadisce il concetto: va recuperato, perché un Polonara meno evanescente e più PolonAir sarebbe oro da qui in avanti.

Diouf ne: non entrato.

Severini 6,5: 3 punti, 5 rimbalzi e tanta, tantissima voglia di lottare negli 11 minuti in campo. Ormai a pieno titolo nelle rotazioni azzurre, si è ritagliato un ottimo spazio e lo sfrutta per dare un’opzione (sottovalutata dagli avversari) in più a Pozzecco.

Procida 6,5: ripescato in soli 3’49” da Pozzecco nel primo quarto, risponde presente con un gran canestro e con applicazione. Soprattutto, dimostra che i lunghi periodi in panchina non lo hanno demoralizzato in alcun modo. Si chiama senso della squadra azzurra.

Pajola 7: può un giocatore che realizza punti zero in 19 minuti essere al livello dei migliori? Sì, se si chiama Alessandro Pajola, e la ragione è molto semplice: non sa di pagare centimetri a rimbalzo e ci vola lo stesso, raccogliendone 7, e in più fa girare magnificamente la squadra ben al di là dei 9 assist. Ha il plus/minus migliore tra tutti: +23.

Datome 7: impossibile dimenticare il vitale contributo del capitano azzurro, che con 11 punti, la solita dose di intelligenza cestistica e un vitale 3/5 da tre mette in campo ogni cosa che serve. All’ultimo ballo internazionale della carriera potrebbe salire altissimo in chiave iridata.

Pozzecco 7: trova la chiave giusta per iniziare bene il match, poi la partita diventa più brutta e sporca. Il paradosso è che l’Italia ha il ritmo della partita voluto, ma fino a metà terzo quarto non riesce a sfruttarlo appieno. Poi entrano in partita diversi giocatori, torna il quintetto che risolse la sfida con la Serbia e i quarti sono un colpo di gioia per il coach azzurro.

Credit: Ciamillo

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