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Pagelle Italia-Turchia 2-3 volley: un errore Egonu in panchina. Le crepe del gruppo sono rimarginate?

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Paola Egonu

PAGELLE ITALIA-TURCHIA 2-3 VOLLEY

Alessia Orro, 6: la ricezione delle compagne di squadra non la aiuta, tuttavia commette veramente diversi errori e va a corrente alternata. Alcune scelte strategiche non sono sempre condivisibili. In campo maschile abbiamo Giannelli che è miglior palleggiatore al mondo, nella Nazionale femminile invece qualche problema nel ruolo c’è. E non si può nascondere.

Paola Egonu, 7,5: nel primo set entra nel finale e lo decide con una serie letale al servizio. Sostituisce definitivamente Antropova quando le cose si mettono male nel secondo parziale (3-9). L’impatto sulla partita è devastante, da vera fuoriclasse: viene spontaneo chiedersi come sia stato possibile per tutto il torneo tenere in panchina una giocatrice così. Inizia a sbagliare qualcosa di troppo in chiusura di quarta frazione, poi annega insieme a tutte le compagne nel tie-break. Chiude con 25 punti e il 51% in attacco, numeri conditi da 2 ace e 4 muri. Se l’Italia vorrà coltivare ambizioni importanti alle Olimpiadi, non potrà prescindere da Paola Egonu. Sarebbe come togliere Messi all’Argentina nel calcio.

Elena Pietrini, 7: nei primi tre set è impressionante, mette a segno attacchi anche molto complicati, sebbene in ricezione faccia sempre molta fatica (solo il 36% positiva). Cala fisicamente alla distanza e non è un caso che la partita scivoli di mano alle azzurre. Per lei 17 punti, seconda miglior realizzatrice dopo Egonu.

Myriam Sylla, 6,5: in ricezione fa anche peggio rispetto a Pietrini, ma per larghi tratti del match camuffa con una buona continuità in attacco, sovente giocando con le mani del muro avversario. L’Italia ha iniziato a perdere questa partita quando le sue due bande, Sylla e Pietrini, hanno smesso di andare a segno con continuità. La capitana non è riuscita a dare la scossa nel quinto set quando le azzurre sembravano completamente in balia della Turchia.

Ekaterina Antropova, 5: sin qui aveva affrontato solo rivali oggettivamente molto distanti dal livello dell’Italia. Quello odierno era il primo esame per l’italo-russa e non lo ha superato. La scelta di Mazzanti di schierarla titolare per tutto l’Europeo, alla resa dei conti, si è rivelata sbagliata. Si tratta di una ragazza di sicuro talento e avvenire, ma ancora acerba e non ancora pronta ad affrontare certi palcoscenici.

Marina Lubian, 6: attacca con un buon 50% in attacco, il servizio va come di consueto a corrente alternata, mentre a muro incide troppo poco per essere una centrale.

Anna Danesi, 7: torna a murare con continuità (5), ma anche lei non può nulla quando si scatena il ciclone Vargas sul finire del quarto set. Sino a quel momento aveva limitato molto bene la cubana.

Eleonora Fersino, 6,5: alcune difese hanno ricordato la miglior De Gennaro, anche se appare ancora discontinua rispetto ad un libero che ha scritto la storia dell’Italia. In ricezione invece può e deve migliorare.

Davide Mazzanti (ct), 5: perde una partita che aveva quasi vinto, in vantaggio 2-1 e 17-13 nel quarto parziale. Inoltre non ha mai convinto la scelta di Antropova: è chiaro che le panchine di Egonu non siano riconducibili solo a scelte tecniche, ma c’è dell’altro. Le crepe che si sono create nel gruppo al Mondiale 2022 (e che hanno portato all’esclusione delle varie De Gennaro, Chirichella e Caterina Bosetti) sono completamente rimarginate? Le premesse non sono incoraggianti in vista delle prossime Olimpiadi: occorrerà fare chiarezza in particolare sul ruolo di Egonu, magari provando la carta Antropova nel ruolo di schiacciatrice. Ma se il gruppo non è coeso intorno al suo allenatore, allora sarà dura fare strada.

Foto: Lapresse

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