Rugby
Rugby, Italia sommersa dalla Nuova Zelanda: gli All Blacks dilagano 96-17
Si è appena conclusa l’attesissima partita di Lione tra l’Italia di Kieran Crowley e gli All Blacks, nel terzo turno della Rugby World Cup 2023. Scontro diretto per la corsa ai playoff, ma match che in campo dura veramente pochissimo, poi la Nuova Zelanda cambia marcia e per gli azzurri non c’è nulla da fare.
Italia che prova a spaventare la Nuova Zelanda con qualche buon possesso a inizio match, ma senza saper concretizzare. Così al primo vero possesso gli All Blacks vanno oltre. Sfruttano un vantaggio, Beauden Barrett calcia al largo e Will Jordan dà spettacolo tuffandosi sulla bandierina, con il placcaggio di Varney che non evita il 7-0. Gli azzurri reagiscono e al 10’ Tommaso Allan va sulla piazzola e accorcia sul 7-3. E, qui, il match virtualmente finisce. Perché gli All Blacks decidono che è finito il momento di scherzare, mentre l’Italia non risponde e al 17’ la maul spinge Aaron Smith oltre la linea di meta per il 14-3, con Mo’unga precisissimo al piede. È, troppo troppo presto, il colpo del ko, perché l’Italia va in bambola e subisce due minuti dopo la marcatura di Telea, con un’azione iniziata sul kickoff e che vede gli azzurri sbagliare troppi placcaggi e 21-3 il punteggio.
A.A.A. cercasi difesa italiana, potrebbe pubblicare un giornale tra gli annunci. Perché la difesa italiana è uscita dal campo e al 22’ è Savea a infilarsi nel burro e a segnare la meta del bonus e 28-3 per gli All Blacks. Che non alzano il piede dall’acceleratore, mentre non cambia la difesa azzurra. Al 27’ si concede il bis Aaron Smith, questa volta con la maul che avanza e poi palla al numero 9 che va oltre per il 35-3. Serve sempre più il pallottoliere, perché al 34’ la difesa azzurra non può nulla nell’azione che porta l’ovale da Mo’unga a Jordie Barrett e arriva ancora ad Aaron Smith e tripletta per lui e punteggio sul 42-3. E a tempo ampiamente scaduto l’ennesima maul devasta un pack azzurro impotente ed è Ardie Savea a schiacciare e si va al riposo sul 49-3, con sette mete in un tempo e match ampiamente chiuso.
Prova una timida risposta l’Italia a inizio ripresa, con una bella azione di Paolo Garbisi, ma poi Tommaso Allan viene portato fuori e nulla di fatto. Insistono gli azzurri, conquistano una punizione e vanno sui 10 metri con una touche, ma rimessa rubata e nulla di fatto. Almeno in questo avvio di ripresa l’Italia prova a fare qualcosa e gli All Blacks commettono quei falli mai fischiati nel primo tempo. Terza touche e finalmente l’Italia non la perde e l’ovale vola fino al largo e arriva la meta di Ange Capuozzo per il 49-10. Ma è una gioia effimera, perché il neo entrato Page-Relo sul primo calcio d’alleggerimento si fa stoppare l’ovale e Brodie Retallick ringrazia, schiaccia e punteggio che va sul 56-10. E al 55’ Capuozzo esagera, esce dalla propria area di meta con la palla, poi la perde e Cam Roigard va fino in fondo, ma il Tmo segnala un fallo e nulla di fatto. Ennesima touche rubata e arriva la meta di Dalton Papali’i e punteggio sul 63-10.
And counting, dicono gli inglesi quando qualcosa o qualcuno non finisce più. Come gli All Blacks e le mete. Touche offensiva, palla che torna subito a Dan Coles che si invola sulla linea laterale e schiaccia per il 68-10. E mentre si aspetta con ansia di andare sotto la doccia arrivano anche le mete di Damian McKenzie, Will Jordan, ancora Dan Coles, Anton Lienert-Brown e a tempo scaduto Monty Ioane per il 96-17 finale. Italia inguardabile, All Blacks ingiocabili, ma vien da sorridere a ripensare a chi, in questi giorni, cercava sulla stampa di spacciare questa partita come vincibile.
Foto: LaPresse