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Ryder Cup 2023: Europa a caccia della fuga vera a Roma. USA costretti a un sabato di rincorsa
Si riparte dal mastodontico punteggio di 6,5-1,5 per l’Europa nella seconda giornata di Ryder Cup 2023. Al Marco Simone Golf & Country Club gli avventori che hanno pacificamente preso temporanea residenza a Roma sanno di aver assistito, ieri, a qualcosa di realmente storico, se non altro per il mancato successo del team americano in un singolo match, fatto mai capitato prima.
Lo scarto cui si assiste quest’anno si era avuto in sole due occasioni con l’attuale struttura della coppa: nel 2004 e nel 1975. Due edizioni americane, l’una stravinta dall’Europa e l’altra dagli USA (ma al tempo c’erano Gran Bretagna e Irlanda, senza Europa continentale). Nondimeno, quella di ieri è stata la prima volta in cui, dopo la prima sessione, l’Europa si è trovata davanti dal 2006, cioè dall’anno del K Club in Irlanda.
Chiaramente, sono stati apportati dei cambiamenti da parte di Zach Johnson per cercare di ribaltare la situazione, ma non si può certo evitare di rimarcare come tanti siano stati finora i segnali che hanno mostrato una più forte unione del lato europeo (capitanato finora in maniera impeccabile da Luke Donald) rispetto a quello americano. Senza dimenticare, peraltro, il fortissimo senso di rapporto che c’è tra i giocatori dell’Europa e un pubblico che si è dimostrato calorosissimo, tanto per quel che riguarda gli italiani accorsi a Roma quanto per la grande mole di stranieri che hanno deciso di viaggiare verso la Capitale (e Guidonia Montecelio, di conseguenza).
Si riparte dalle tre incredibili occasioni di arrivo alla buca 18 di ieri (a proposito, era capitato una sola altra volta un 4-0 nella prima sessione senza che alcun match arrivasse all’ultima buca), con i putt di Viktor Hovland, Jon Rahm e Justin Rose, in questo ordine, che hanno esaltato ogni volta di più gli accorsi, in un tripudio che ha scosso sia chi guardava verso le buche che coloro i quali stavano guadagnando l’uscita. Di certo c’è che oggi ci sarà ancora tanto colore, tanto rumore, ma soprattutto tanto gran golf. Con l’Europa che si tiene, orgogliosamente, nel solco del positivo.
Foto: LaPresse