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Ryder Cup 2023: Francesco ed Edoardo Molinari vice-capitani. Cosa significa e cosa faranno

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Edoardo Molinari, Francesco Molinari

Insieme hanno vinto l’unica Ryder Cup finita di lunedì, a Celtic Manor nel 2010: Francesco ed Edoardo Molinari tornano in scena l’uno al fianco dell’altro nell’anno in cui la coppa approda in Italia, al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma). Stavolta, però, sono in veste di vicecapitani, con una sequenza cronologica tutta particolare.

Edoardo, infatti, è stato chiamato non già da Luke Donald nel ruolo, ma da Henrik Stenson il 30 maggio scorso. Lo svedese, infatti, era colui che in origine avrebbe dovuto fare le funzioni di capitano, solo che il suo unirsi alla LIV Golf ne ha decretato la rimozione dal ruolo e l’inserimento di Donald. Questo prima che le parti (LIV, PGA Tour e DP World Tour) giungessero a una sorta di pace.

Francesco, invece, è stato l’ultimo a essere nominato, quasi a chiudere il cerchio, lo scorso 16 agosto, affiancandosi a Thomas Bjorn (Danimarca), Nicolas Colsaerts (Belgio) e Josè Maria Olazabal (Spagna). Proprio con quest’ultimo “Chicco” ha un rapporto particolare a livello golfistico, essendo stato lui il capitano dell’edizione 2012, il miracolo di Medinah, in cui portò il mezzo punto della vittoria pareggiando con Tiger Woods. In precedenza, Martin Kaymer aveva trovato il putt del 14-13 dopo un’incredibile rimonta da 6-10 nell’ultimo giorno (e 4-10 dalle ore finali del sabato).

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Insieme, come detto, faranno parte del team di vicecapitani che assisterà i golfisti europei nel corso della competizione. Per capirne la funzione, ci si può appoggiare alle parole di Davis Love III, che ha svolto proprio questo ruolo in passato: “Questo è un lavoro per tutto l’anno. Aiuti il capitano con specifici compiti che ognuno può assolvere, così il capitano può concentrarsi su quel che gli serve. Il lavoro diventa sempre più grande. Si tratta di dividersi responsabilità e lavorare per lo stesso obiettivo“. Interpellato dal sito della Ryder Cup su tali responsabilità, Love ricordò: “Si tratta di supportare il capitano e aiutare a costruire la squadra. Non è soltanto esserci la settimana per aiutare. Un anno, ricordo che Bobby Wadkins mi portò la Diet Dr. Pepper, la sua bevanda preferita. Fui come a dire ‘Scusa, posso invece avere dell’acqua?’“. E ricorda il caso di Tiger Woods, vicecapitano a Hazeltine nel 2016: “Stava mettendo insieme i possibili accoppiamenti otto mesi prima di Hazeltine. Si basava sulla strategia del percorso e aveva già scelto quali giocatori avrebbero giocato dal tee su specifiche buche. Sei mesi prima, stava creando le coppie basandosi su situazioni di bel tempo e cattivo tempo“. Chiaramente ci si riferisce soprattutto ai giorni di venerdì e sabato.

Un compito molto ampio, dunque. Che, ovviamente, viene affrontato dalle persone coinvolte nei modi più disparati. Di sicuro, però, un lato storico c’è: mai prima d’ora era accaduto che due fratelli si trovassero insieme nel ruolo di vice. Ed accade proprio nel momento in cui Francesco, dopo un lungo peregrinare, è tornato nella sua Torino, quella da cui Edoardo non si è mai spostato. Proprio Edoardo si è trovato a fare la parte del coinvolto in una scelta divenuta centro di tante discussioni, quella di Ludvig Aberg. Ha raccontato Luke Donald in conferenza stampa, infatti, che la prima segnalazione vera e propria del talento di Aberg gliel’ha data “Dodo”, a inizio anno, quando si è trovato a girare con lui ad Abu Dhabi. Gli disse di tenerlo d’occhio. Poi ha raccolto tanti risultati, ha vinto a Crans Montana e solo per il calo netto nelle ultime 18 buche non è stato in lotta per mettere le mani addirittura sul BMW PGA Championship di Wentworth. Il tutto a nemmeno un anno dal passaggio da pro.

Foto: LiveMedia/Fabrizio Corradetti – LivePhotoSport.it

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