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Ryder Cup 2023, Justin Thomas: “Mi sento molto meglio”. Cantlay: “Se questo evento non ti infuoca, non so cosa possa farlo”

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Patrick Cantlay

Giro di conferenze stampa quest’oggi al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (appena a est di Roma). Sono quattro i giocatori degli USA che si sono espressi alla vigilia di una Ryder Cup che si preannuncia davvero lottata per diversi ordini di motivi.

Così si esprime Justin Thomas: “Mi sento molto meglio che in alcuni momenti dell’estate. Ma è il golf. Ho avuto diverse sensazioni di gran golf in estate. Ma, più di ogni altra cosa, mi sento bene, e questo è il fatto più importante. L’ho anche detto altre volte. Ho vinto tornei senza essere al meglio, e ne sono orgoglioso, ne sono stato. Non penso che avrei potuto vincere tornei lo scorso anno con lo stato in cui ero. Certo, molto ha a che fare cn come sto giocando ora, ma sento di stare molto meglio di allora. Napa è un esempio di come posso girare la situazione se non sono al 100%, dove posso continuare a costruire come ho fatto per quattro, cinque, sei anni e provare a continuare a essere migliore“.

Jordan Spieth parla anche della quasi coincidenza della nascita della figlia con la Ryder: “Non ci sono mai stati dubbi sul timing. Eravamo tarnquilli, ma non voglio metterla sul personale. Non davo priorità al fatto che mia figlia nascesse in un certo momento a causa della Ryder Cup, ma sapevamo che sarebbe accaduto per certe ragioni. Tutto però è andato molto bene e stanno benissimo“.

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A Xander Schauffele il compito di parlare da rappresentante degli USA a tutto tondo, dalle Olimpiadi (è medaglia d’oro in carica) alla Presidents Cup e ora alla Ryder Cup: “Sono molto divertenti, mi piace competerci. L’ho detto anche nella media room che non gioco il mio miglior golf quando sono arrabbiato. Gioco al meglio quando mi diverto. Penso che la settimana, l’essere col team, avere i capitani attorno e tutti sullo stesso obiettivo, sia divertente e diverso“.

Interpellato sul significato di giocare la Ryder, Patrick Cantlay: “Penso che il feeling generale sia di giocare per qualcosa di più grande di te, per il tuo Paese e per i ragazzi nel team,e sapere che sono tutti lì al tuo fianco. Se questo non ti mette il fuoco dentro più di una normale settimana, non so cosa possa. Questo è un evento molto speciale, c’è ogni due anni. E so quanto siano forti le emozioni. Non sono diverso“.

Foto: LiveMedia/Fabrizio Corradetti – LivePhotoSport.it

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