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Ryder Cup 2023: tutto pronto per l’inizio a Roma. L’Italia è con gli occhi del mondo addosso
Finalmente ci siamo. Oggi la cerimonia di apertura darà ufficialmente inizio alla Ryder Cup 2023. Si conosceranno i primi accoppiamenti per i quattro foursome che si svolgeranno nella mattina di domani, a partire dalle 7:35 per la terza volta della coppa in Europa continentale, dopo le edizioni di Valderrama 1997 e Saint-Quentin-en-Yvelines (Parigi) 2018.
Luke Donald contro Zach Johnson, Europa contro USA, ma anche una competizione che arriva proprio nel periodo in cui il golf ha subito, rispetto a due anni fa, una considerevole quantità di scossoni. Il terremoto LIV Golf ha condizionato non poco l’avvicinamento: i facenti parte della lega araba si sono ritrovati fuori dal consesso golfistico internazionale, Major a parte, e sostanzialmente il solo che sia riuscito comunque a rimanere con una carta Ryder da giocare è Brooks Koepka in quota USA. Anche se, adesso, è tutta da capire la questione legata alla pace siglata tra LIV, PGA Tour e DP World Tour.
Rimanendo strettamente sul Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, appena a est di Roma, l’Europa si presenta con tre dei quattro migliori giocatori del pianeta: Rory McIlroy, Jon Rahm e Viktor Hovland, oltre che con un quarto top ten, che è Matt Fitzpatrick. Gli USA rispondono con Scottie Scheffler che entra da numero 1 dell’OWGR. Ma c’è una statistica particolare, che è anche un record in grado di battere l’edizione parigina: sono in gara tutti i primi 13 giocatori del mondo. In Francia erano 10. Questo rende l’idea del continuo crescere di Europa e USA, ma anche di una fase di calo da parte del resto del mondo.
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Alcuni dati numerici che possono aiutare a inquadrare la sfida: il ranking medio degli USA è 12.9, quello dell’Europa 29.3. In questo secondo caso, la media l’abbassano Nicolai Højgaard e Ludvig Aberg. Il danese e lo svedese sono stati al centro della discussione come scelte tra le più controverse di Luke Donald; a favore delle idee dell’ex numero 1 del mondo ci sono il fatto che l’uno abbia già vinto al Marco Simone due anni fa, in quota Open d’Italia, mentre l’altro, nonostante sia al primo anno da pro, è in un momento di splendida forma avendo vinto a Crans Montana l’Omega European Masters per poi sfiorare il BMW PGA Championship a Wentworth.
Otto i debuttanti, quattro per parte (MacIntyre, Straka, Højgaard e Aberg per l’Europa, Clark, Harman, Homa e Burns per gli USA). Si tratta anche dell’edizione più giovane di sempre: un solo over 40, tre over 35 e una media di 30,7 anni. Non male, per quello che è una sorta di “ritorno a casa” del golf. Va infatti ricordato che, intorno al 30 a. C., ci sono le prime testimonianze riconosciute di un gioco che al golf somigliava. Si chiamava paganica, L’obiettivo non era una buca, ma un albero. Siccome l’Impero Romano arrivò fino nella parte inferiore della Gran Bretagna, è lì che poi il gioco si è sviluppato fino a diventare il moderno golf. E di quell’arte in Scozia ne hanno saputo padroneggiare tutto. Adesso, però, è tempo di vivere un sapore italiano.
Foto: LaPresse