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Ryder Cup 2023, Zach Johnson: “Il Marco Simone è un buon percorso, Roma sempre bellissima”

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Zach Johnson

Quest’oggi c’è stato il primo vero approccio del team USA di Ryder Cup al Marco Simone Golf & Country Club di Roma. Una lunga prova, quella dei componenti della selezione capitanata da Zach Johnson: nove membri del team su dodici (non c’erano Spieth, Schauffele e Cantlay) si sono presentati nella Capitale per mettere a punto tutto il possibile in vista di quanto accadrà dal 29 settembre al 1° ottobre, quando per la prima volta la manifestazione più famosa del golf approderà in Italia.

Al termine, Johnson si è concesso per un punto della situazione con la stampa: “Qui siamo dentro un enorme pezzo di storia, nella Città Eterna. Giocare qui ha un significato speciale. E poi le persone sono fantastiche. Abbiamo giocato 18 buche, abbiamo un po’ sentito il jet lag, ma è ok. Grazie al Marco Simone e allo staff, ci hanno fornito tutto quel che serviva. Abbiamo avuto l’opportunità di prendere contatto con il percorso, una giornata molto fruttifera“.

Ricordando il 1993, ultimo anno in cui gli USA hanno vinto in Europa: “E’ una grande opportunità poterci provare, ma quello è il passato. Per noi ora non è rilevante. Il team è molto concentrato. Bisogna essere concentrati su quel che è giusto. Questi ragazzi finora hanno fatto un gran lavoro nell’unirsi insieme e tenere il quadro più grande in primo piano“.

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In generale, l’ex vincitore dell’Open Championship punta forte sulla questione dell’unione e della chimica di squadra. E poi, interpellato su Tiger Woods: “Non c’è un Paese al mondo in cui non si sappia chi è Tiger Woods. Lui è parte del team USA, lo è stato per anni. Vorrebbe essere qui, ma non può farlo“.

Dopo aver elogiato le qualità di Justin Thomas, anche definendolo “magnetico” e “meraviglioso compagno di squadra”, arriva un altro elogio del Marco Simone e dei rough. “Il campo è in condizioni fantastiche, i green sono impeccabili così come fairway. Ma la parte che riguarda il rough è insidiosa, difficile.. I ragazzi sono emozionati all’idea della competizione“. E poi scherza sul fatto che dal percorso si veda la Basilica di San Pietro: “A quanto è da lì? Roma è sempre bellissima, questa città mi fa sentire più giovane. Poter ammirare dal campo la Basilica è qualcosa di davvero unico“.

Osserva poi il problema caldo: “Le colline del Marco Simone possono essere una sfida. Bisognerà valutare anche la variabile del tempo, non è usuale giocare una Ryder Cup con questo caldo, anche rispetto a quello che abbiamo provato in passato. Sarà difficile quando il sole scenderà“.

Ancora elogi al percorso: “Il buono che ha il Marco Simone è che ha alcune buche lunghe, altre corte, alcune a destra, alcune a sinistra, alcune in salita, alcune in discesa, ha un po’ di tutto. Ed è un segno che è un buon percorso. Ci sono lunghi par 3, corti par 3, lunghi par 4, corti par 4, dei par 5. Per questo format che giochiamo, il match play, è magnifico“.

Continuando sulla linea passato-presente-futuro: “Due anni fa era un altro team, un altro luogo, altro tutto. Questo è il suolo del team europeo. Sono loro i favoriti. Tutti possono battere tutti però. Sono confidente in quello che fanno i ragazzi. Poi alcuni di loro giocheranno in California la prossima settimana, quindi puoi vedere la loro condizione. E poi ci sarà tanto tempo per fare pratica dal lunedì della settimana della Ryder“.

E a OA Sport su quale dei giocatori abbia gradito di più il percorso: “Bisognerebbe chiederlo a loro, non posso parlare in loro vece! Però tutto quello che ho sentito dai ragazzi, in maniera consistente, è che a loro piace“.

Foto: LaPresse

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