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Tennis: Jannik Sinner, tra Asia, Vienna e Parigi per arrivare alle ATP Finals di Torino
Jannik Sinner è (quasi) pronto a ritornare in campo. Lo abbiamo visto per l’ultima volta agli ottavi di finale degli US Open, dove si è trovato a dover cedere ad Alexander Zverev, con il tedesco che si era imposto in cinque set. Molte sono state le critiche per il fatto di aver saltato la Coppa Davis, parecchie delle quali andate, per la verità, a toccare tasti che col tennis c’entrano poco. La realtà dei fatti, e la storia degli ultimi vent’anni di Davis (ma non solo) lo insegna, è che il rapporto tra la Coppa e i top player, qualsiasi nome abbiano, è sempre da gestire e analizzare con attenzione.
Il numero 1 d’Italia ripartirà dalla tournée asiatica, e in particolare dall’accoppiata formata dall’ATP 500 di Pechino (28 settembre-4 ottobre: per riallineare il calendario ATP, in alcune settimane non si segue il principio “lunedì-domenica”) e dal Masters 1000 di Shanghai (4-15 ottobre). Entrambi i tornei, dopo un’assenza che durava dal 2019, ritornano nel circuito, ed è questa la ragione per cui lui (e un certo numero di colleghi) saranno per la prima volta in questi luoghi. A Pechino dei big mancherà soltanto Novak Djokovic; per il resto ci sono tutti, un po’ come nella normale tradizione del torneo che si gioca nella capitale cinese e in molti degli impianti già delle Olimpiadi (più quelli nuovi). Logicamente, il discorso è identico a Shanghai, cui si aggiunge il fatto di svilupparsi lungo 10 giorni come da nuova riforma del calendario.
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Step successivo è quello legato a Vienna (23-29 ottobre), ATP 500 cui Sinner storicamente prende parte fin dal 2019 e che ha spesso avuto un ruolo particolare nei suoi finali di stagione. Infine ci sarebbe il Masters 1000 di Parigi-Bercy (30 ottobre-5 novembre), ma su questo evento potrebbe anche incidere un’eventuale (e, va detto, ben più che probabile) qualificazione alle ATP Finals di Torino (12-19 novembre), stavolta entrando dalla porta principale e non come prima riserva come accadde nel 2021 a seguito della sfortuna di Matteo Berrettini. Vero è che, ad ogni modo, fino a un paio di lustri fa la situazione era anche peggiore: Bercy era nella settimana immediatamente precedente le Finals, con situazioni a volte al limite del paradossale.
Resterebbe poi l’eventuale impiego in Coppa Davis, nelle Finals vere e proprie (21-26 novembre): il presidente federale Angelo Binaghi ha ben accolto il fatto di averlo a Malaga. E, del resto, con questo format, in cui ogni match conta per il 33% e i margini di errore sono molto ridotti, la differenza tra l’avere e il non avere un top ten di questo calibro è rilevante. Nondimeno, Jannik vanta un record in singolare di 6-1, dove quell’1 è la partita di fatto inutile (perché priva di significato: l’Italia era già alla fase a eliminazione diretta, la Svezia già fuori) contro Mikael Ymer a Bologna lo scorso anno. In sostanza, in linea generale non ha mai tradito nessuna attesa, anzi.
Diamo inoltre uno sguardo a tutto il discorso che si lega alla Race. In questo momento i qualificati alle Finals di Torino sono tre: Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev. Sinner è quarto a quota 4365, e attualmente la quota qualificazione è a 4930. Rimane ovvio come questa quota si abbasserà (sarà verosimilmente in zona 3500, una delle quote più alte degli ultimi anni), ma bisogna soltanto attendere l’ufficialità per l’approdo dell’altoatesino al Pala Alpitour. Sarà con ogni probabilità l’unico italiano, e sempre con ogni probabilità saranno con lui Andrey Rublev e Stefanos Tsitsipas; per gli altri due posti tra Vienna e Parigi ci sarà tantissima lotta, qualora dall’Asia dovesse uscire più confusione di prima.
Foto: LaPresse