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Tennis, Rafael Nadal: “Spero di tornare competitivo, a volte il piede non mi lascia vivere in pace. Record Slam? Non sono frustrato”

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Una lunghissima intervista negli studi di Movistar+ porta al mondo la reale conoscenza della situazione che sta vivendo Rafael Nadal. Il 14 volte vincitore del Roland Garros, com’è noto, è fermo dallo scorso gennaio, da quando l’americano Mackenzie McDonald lo ha eliminato dagli Australian Open al secondo turno. In quel frangente il mancino di Manacor non aveva eliminato tutti i suoi problemi fisici, anzi. Ha rinunciato a tutto il 2023, e rimane da capire quando esattamente ci sarà il rientro in campo.

Il 22 volte campione Slam si è espresso così: “Mi sono operato il 2 giugno, da allora ho fatto cose che non avevo mai potuto fare prima. Sto cercando di godermi altro nella vita e ci sto riuscendo. All’Accademia, l’ultima volta che sono apparso in pubblico era il giorno dell’annuncio e non sapevo di dovermi operare. In quel momento avevo bisogno di mettere un punto: anche se in mezzo c’è il Roland Garros, da Indian Wells dell’anno scorso, in cui mi sono rotto una costola giocando con Carlos, è stato un anno e mezzo difficile. Non c’è stato un momento tranquillo. A volte i risultati nascondono la realtà della vita quotidiana“.

Poi passa a parlare delle condizioni che ha vissuto prima dell’operazione e anche dell’intervento stesso, confermando di aver ricominciato a prendere la via del rientro in campo: “Prima di fermarmi volevo essere sicuro che sarei riuscito a recuperare. Ho fatto altre visite mediche, analizzando tutto quello che stava succedendo allo psoas e, alla fine, ho visto che non c’era modo. Il mio psoas era in pessime condizioni, mi dissero che se non mi fossi operato non sarei guarito. Ho deciso di sottopormi a un intervento chirurgico e pare andato bene. Questa è stata un’operazione importante in cui hanno colto l’occasione per operarmi l’anca, che non stava molto bene. Ho impiegato vari mesi a riprendermi. I primi sono stati complessi, però poi ho staccato, passato del tempo con la mia famiglia, sono partito da casa per 5 settimane e mi sono divertito. Sono tornato al lavoro da pochissimo tempo“.

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E sulla fine della carriera specifica che potrebbe non essere il 2024 la stagione conclusiva: “Ho detto ‘forse’ sarà il mio ultimo anno. Se l’ho detto in un altro modo, non era quello che volevo esprimere. Ci sono comunque buone probabilità che lo sia: vedo come sta il mio corpo. Non so però come sarà tra 3-4 mesi, rimango aperto a quel che può portare il futuro”.

Poi fa un confronto con Djokovic: “Il record degli Slam? Non sono frustrato perché, nei limiti delle mie possibilità, ho fatto di tutto per fare del mio meglio. Certo, puoi vivere frustrato con 22 Slam. Novak lo vive in modo più intenso. Per lui sarebbe stato più frustrante non riuscirci. Forse è per questo che ce l’ha fatta“.

In ultimo, sui rapporti con chi è nel circuito: “Non ho mandato messaggi a Djokovic: quando vinci qualcosa di così importante, per esperienza so che è meglio lasciar passare un po’ di tempo. Lo farò, ma non l’ho ancora fatto. Chiaramente ho scritto a Carlos (Alcaraz, N.d.R.) quando ha vinto o era vicino a vincere. Quanto agli altri, nel circuito non ho più tanti amici, ormai io sono di un’altra generazione. Con Federer ci parliamo di tanto in tanto“.

Foto: LaPresse

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