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US Open, Jannik Sinner e il servizio che fa ancora fatica

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Mancanza di continuità. Jannik Sinner ha centrato l’obiettivo minimo di quest’edizione 2023 degli US Open: raggiungere la seconda settimana e non sprecare troppe energie nel corso dei primi tre turni. In verità, l’ultima sfida contro lo svizzero Stan Wawrinka, viste le tre ore di gioco, “qualcosa” in più ha richiesto, ma il n.6 del mondo ha saputo trovare comunque il modo di portarla a casa in una giornata non di massimo splendore.

Il termometro della situazione è un po’ nel servizio. L’altoatesino ha messo a segno un numero più che apprezzabile di ace nella partita contro l’elvetico (12), ma il rendimento con questo fondamentale è stato troppo altalenante. In media, la percentuale di prime di servizio in campo è stata pari al 59%, ma si è passati dal 71% del primo set al 45% del quarto. Un colpo su cui Sinner sta lavorando molto per acquisire una certa naturalezza.

In parte, i miglioramenti si sono visti, ma questi ancora non sono sufficienti perché nei momenti di grande tensione soprattutto l’efficienza cala drasticamente e, nello stesso tempo, la seconda è troppo morbida per la risposta dell’avversario. Del resto il 45% dei punti vinti nella partita contro Stan parla chiaro.

Se si vorrà ambire a traguardi ambiziosi nel corso di questo torneo si dovrà avere un contributo migliore, per costanza, dalla battuta. Magari anche qualche ace in meno, a patto però di avere più prime in campo e quindi poter esprimere il tennis offensivo e di pressione che Jannik gradisce maggiormente. Contro un avversario come Alexander Zverev negli ottavi di finale tale aspetto sarà fondamentale.

Foto: LaPresse

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