Ciclismo

Vuelta a España 2023, dal nulla gli Stati Uniti tornano a vincere una corsa a tappe 10 anni dopo Horner

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Gli Stati Uniti tornano a vincere un Grande Giro. Ci riesce Sepp Kuss, l’uomo che in Jumbo Visma era visto, fino a poche settimane fa, come un gregario d’élite per permettere ai propri capitani di poter puntare ai successi a Giro, Tour e Vuelta. E invece, in pochi giorni, ha sovvertito tutti i pronostici, mostrando una gamba invidiabile e facendo così decidere alla Jumbo-Visma di concedere a lui, e non a uno tra Primoz Roglic e Jonas Vingegaard, il successo finale.

Un successo che la bandiera a stelle e strisce attendeva, bramava da anni. Dieci per l’esattezza: proprio ieri è stato l’anniversario di un altro successo inaspettato di un americano, quello di Chris Horner. Forte in salita, ma che per anni non ha mai dato l’impressione di potersi portare a casa un successo del genere. Che arrivò alla veneranda età di quasi 42 anni, portandosi a casa due tappe e battendo Vincenzo Nibali per soli 37 secondi.

Inserendo anche Kuss, sono quattro dunque gli statunitensi ad aver trionfato in un Grand Tour. Detto di Horner, al Tour si contano le tre vittorie di Greg LeMond tra gli anni’80 e ’90; dopo un terzo ed un secondo posto, si aggiudicò la corsa nel 1986 avanti al compagno di squadra Bernard Hinault che fece di tutto per beffarlo, per poi ripetersi nel 1989 su Laurent Fignon e nel 1990 battendo il nostro Claudio Chiappucci.

Al Giro, gli USA ringraziano invece Andrew Hampsten, che si portò a casa l’edizione del 1988; vestì la maglia rosa al termine di una tappa storica a suo modo, la Chiesa in Valmalenco-Bormio di 120 chilometri, quella del Passo Gavia completamente innevato, con numerosi pretendenti alla vittoria in crisi e Johan van der Velde, maglia ciclamino di quell’edizione che provò ad andare in fuga per poi finire quasi in congelamento durante la discesa per freddo e gelo. Ovviamente in questo novero non rientra Lance Armstrong, che vinse sette Tour de France in fila dal 1999 al 2005, prima che il suo castello di doping venisse scoperto, venendo cancellato quasi completamente dalla storia del ciclismo.

Foto: LaPresse

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