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A chi ha chiesto soldi Fagioli? La confessione e la cifra del debito

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Emergono dettagli davvero inquietanti sulla questione legata alle scommesse illegali di Nicolò Fagioli. Il centrocampista della Juventus, infatti, ha patteggiato con la FIGC una pena di 12 mesi (7 a livello calcistico + ulteriori 5 per curarsi dalla ludopatia) e ha raccontato alla Procura di Torino tutta la sua verità.

Una situazione quanto mai pesante e intricata per il giocatore classe 2001 che, come emerge dai fascicoli, avrebbe iniziato a prendere una china da evitare nell’estate 2021, mentre era in ritiro con la nazionale under 21. Tramite la conoscenza di Sandro Tonali, il nativo di Piacenza ha iniziato a scommettere su siti non considerati legali, perdendo anche cifre importanti.

Tanti soldi bruciati per Nicolò Fagioli che, come ha ammesso in prima persona, ha dovuto far fronte ai debiti accumulati chiedendo anche dei prestiti ad alcuni compagni di squadra. Nello specifico, come riportato da Tuttosport, eccome come sono andate le cose: “Sì, ho chiesto dei prestiti per pagare i debiti di gioco perciò decisi di chiedere dei soldi ad alcuni amici e ad un compagno, al quale chiesi 40mila euro dicendogli che mi servivano per comprare un orologio e che mia madre mi aveva bloccato i conti. Gatti mi prestò i soldi che non ho ancora restituito e che tuttora mi chiede indietro”.

“Altro prestito mi fu fatto da Dragusin – prosegue Fagioli – e da alcuni amici di Piacenza. Sempre di 40mila euro, anche questo accreditato tramite bonifico alla gioielleria dove compravo gli orologi di lusso da consegnare ai gestori delle piattaforme. Nel periodo successivo al settembre 2022 giocavo in modo compulsivo di fronte alla TV su qualsiasi evento sportivo che stavo vedendo, calcio compreso. Serie B e Lega Pro comprese. Scommettevo con una tale frequenza e anche su più eventi contemporaneamente che non sono in grado di ricordare. Non ho mai parlato delle mie scommesse con dirigenti e/o calciatori e/o tesserati della FC Juventus perché non mi fidavo di nessuno”.

Foto: LaPresse

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