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Cosa succede se l’Italia non si qualifica agli Europei? Incubo playoff con Croazia e Polonia

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Frattesi

Le partite degli ultimi giorni hanno cambiato le carte in tavola nella corsa alla qualificazione agli Europei 2024, facendo al contempo un po’ di chiarezza relativamente alle prospettive dell’Italia nello sventurato caso in cui gli Azzurri non dovessero guadagnare il pass diretto alla manifestazione continentale.

Partiamo dal presupposto che la Nazionale ha ancora tutte le carte in regola per classificarsi seconda nel Gruppo C. Raccogliere 4 punti tra la partita casalinga contro la Macedonia del Nord e quella in campo neutro contro l’Ucraina non appare compito improbo, neppure per la scalcagnata squadra tricolore contemporanea. Non è neppure una missione scontata, però. Dunque è possibile che la compagine guidata da Luciano Spalletti sia costretta a passare dalla porta di servizio dei play-off.

Al riguardo, come detto in apertura, la situazione si è fatta più chiara. Se l’Italia dovesse fallire l’ammissione automatica, i gruppi da tenere d’occhio sono il D e l’E, dai quali c’è la possibilità concreta di veder emergere due avversarie degli Azzurri. Il regolamento dei play-off è chiaro, “i sentieri” devono essere quanto più aderenti alle diverse leghe della Nations League. Essendo la Nazionale in “Lega A”, andrebbe dunque a sfidare i Paesi dello stesso rango a loro volta impegolati nella palude dei “ripescaggi”.

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Allo stato attuale delle cose, l’Italia si troverebbe nel barrage con Croazia e Polonia, avversarie molto scomode e pericolosissime nella partita secca. L’incubo sono soprattutto i balcanici, storiche bestie nere degli Azzurri, che non li hanno mai battuti da quando sono diventati indipendenti. Negli ultimi 30 anni si contano 8 partite contro i croati, 5 pareggiate e 3 perse.

La Croazia è ingaggiata in un testa-a-testa con il Galles e ha un calendario più semplice, in quanto deve affrontare la debole Lettonia in trasferta e l’imprevedibile Armenia in casa. Viceversa, i britannici dovranno andare nel Caucaso e chiuderanno con un match tra le mura amiche contro la Turchia (già qualificata, ma pur sempre la squadra più forte del girone). Però, in caso di arrivo a pari punti, sarebbe il Galles a venire classificato davanti (gli scontri diretti dicono bene ai Dragoni).

I polacchi sono messi peggio. Per evitare i play-off devono battere la Repubblica Ceca e poi sperare che questa non vinca contro la Moldova. Però i moldavi possono ancora sognare di far saltare il banco, nel caso dovessero realizzare un’impresa in Albania. La situazione del Gruppo E è fluida e molto si deciderà il 17 novembre, lo stesso giorno in cui gli Azzurri affronteranno la Macedonia del Nord nel tentativo di garantirsi due risultati utili su tre nel match conclusivo contro l’Ucraina.

Ora come ora, oltre a Croazia e Polonia, la terza avversaria di Spalletti & company sarebbe la debolissima Estonia, portata dal cervellotico e astruso regolamento dei play-off a recitare il ruolo di “carne da cannone” contro le squadre più forti.

Insomma, l’Italia deve tenere alta la guardia e gli scenari sono ancora molteplici. C’è però una certezza, il tanto inflazionato mantra “sono tutte finali” è diventato realtà, perché non ci si può permettere una sconfitta. O meglio, se ne dovesse arrivare una nel girone, gli Azzurri finirebbero in quella stessa tagliola da cui sono già stati azzoppati nella rincorsa ai Mondiali del 2022, con l’incubo di dover battere una rivale mai superata prima d’oggi.

Foto: La Presse

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