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F1, il valore della Ferrari è stabilito dalle piste. Si volta pagina dopo una tappa qatariota sofferta e interlocutoria

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Charles Leclerc

La Ferrari archivia il Gran Premio del Qatar con il posto di Charles Leclerc e la mancata partenza di Carlos Sainz a causa di una perdita di carburante. Un risultato mediocre, che poco si discosta da quello della sprint, nella quale l’iberico aveva chiuso e il monegasco era scivolato fuori dalla zona punti in seguito a una penalità. Almeno “mediocre” non significa “disastroso”, soprattutto perché si era intuito come Lusail avrebbe rappresentato un contesto ostile.

Tuttavia nessuno si aspettava che l’autodromo mediorientale potesse risultare così indigesto alla Rossa, dimostratasi letteralmente impotente nei confronti sia della McLaren che della Mercedes. Non è una questione di passi avanti o passi indietro. A questo punto della stagione, il valore delle varie monoposto è ormai conclamato. Ciò che cambia sono le piste. Sono i connotati dei circuiti a modificare i rapporti di forza tra la SF-23, la W14 e la MCL60.

Il Qatar ha detto peggio del previsto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quantomeno, il Cavallino Rampante ha scampato il pericolo di vedere le Frecce Nere (ri)scappare via nel Mondiale costruttori. Alla luce di quanto visto a Lusail, ripartire dal Golfo Persico cedendo solo 8 punti tra Sprint e GP alla Casa di Stoccarda può essere considerato un lusso. L’obiettivo dichiarato per il finale di 2023 è la piazza d’onore nella classifica riservata ai team. Dunque, in quest’ottica, la tappa mediorientale può paradossalmente essere considerata favorevole perché la struttura anglo-tedesca non ha affondato il colpo.

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Ferrari ha 28 punti di ritardo da Mercedes e ne ha ancora 81 di margine sulla miglior McLaren dell’ultimo decennio. Considerando come manchino 5 Gran Premi (con 2 sprint), è evidente come la partita sia ancora tutta da giocare. Aritmetica a parte, è ormai palese come l’altalenante stagione della Scuderia di Maranello si stia stancamente trascinando verso la fine. Alcuni weekend possono avere senso, altri sono interlocutori. A dare un significato ai GP sono le piste dove si corre.

Il Cavallino Rampante ha nel mirino Las Vegas, programmata a metà novembre. Il sogno è di far saltare il banco come accaduto a Singapore. Il resto è accessorio. Austin, dove si correrà il 22 ottobre, non strizza l’occhio alla SF-23, soprattutto a causa dello snake nella parte iniziale. È anche vero che non mancano quelle curve secche e quei rettilinei capaci di esaltare la Rossa naif di questo 2023, destinato a passare agli archivi come un anno senza infamia e senza lode. L’ennesimo del “Secondo digiuno” iridato nella storia ferrarista.

Foto: La Presse

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