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Ginnastica artistica, Dolgopyat spadroneggia ai Mondiali: doppia corona al libero. McClenaghan difende il cavallo

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Rhys McClenaghan

Allo Sportpaleis di Anversa (Belgio) sono andate in scena le prime Finali di Specialità dei Mondiali 2023 di ginnastica artistica. Doppio appuntamento con gli uomini negli atti conclusivi sui singoli attrezzi e lo spettacolo non è mancato in un pomeriggio caratterizzato soprattutto dalla clamorosa caduta di Simone Biles al volteggio con l’annessa sconfitta dalla fuoriclasse statunitense nella sfida alla tavola contro la brasiliana Rebeca Andrade.

Artem Dolgopyat ha rispettato il pronostico della vigilia al corpo libero e si è laureato Campione del Mondo con pieno merito. L’israeliano ha eseguito uno splendido esercizio caratterizzato da un D Score di 6.4 (secondo coefficiente di difficoltà) e premiato con un’esecuzione di 8.466. Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 è salito sul gradino più alto del podio ed è finalmente riuscito a sentire il proprio inno nazionale in campo iridato dopo il doppio argento conquistato sempre al quadrato tra Montreal 2017 e Stoccarda 2019. Alle sue spalle si sono piazzati il giapponese Kazuki Minami (14.666, già argento nel 2021) e il kazako Milad Karimi (14.600), che hanno brillantemente completato il podio riuscendo a precedere il filippino Carlos Yulo (14.500) e il canadese Felix Dolci (14.400).

Al cavallo con maniglie ci si attendeva il pirotecnico duello tra Max Whitlock e Rhys McClenaghan: da una parte il Campione Olimpico di Rio 2016 e Tokyo 2020 nonché tre volte iridato, dall’altra il Campione del Mondo uscente. Il britannico è partito da un vertiginoso D Score di 6.9, ma è clamorosamente caduto ed è rimasto giù dal podio (quinto posto con il punteggio di 14.300). L’irlandese non ha invece fallito, ha presentato una nota di partenza inferiore (6.4) ma si è distinto in termini esecutivi (8.7) e ha difeso il titolo iridato con il punteggio di 15.100. Il 24enne ha preceduto lo statunitense Khoi Young (14.966, 6.5 il D Score) e lo scatenato giordano Ahmad Abu Al Soud (14.633, 6.4), a dimostrazione di una ginnastica artistica sempre più globale. Il mediorientale ha preceduto di misura l’armeno Harutyun Merdinyan (14.600).

Foto: Lapresse

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